S'infila nella sua notte migliore il Napoli, che per ben due volte ha rischiato grosso per le proprie amnesie. Nella prima smarrisce il senso del dovere nel chiudere la partita con l'avversario, già in balìa di se stesso. Poi quel gol del pareggio che squarcia ancora una volta il velo sulle incertezze di Reina, troppo lontano dalla forma migliore. E, soprattutto, infelice protagonista - ricordate la stagione scorsa?- di altri colpevoli sbagli. Riflettete, amici del Napoli su quello che rischia di trasformarsi nel lato debole della squadra. Tuttavia i meriti superano di gran lunga i problemi. Ed ecco che al Napoli basta poco per rimettere in piedi la partita: tre cambi, sovraritmo e qualità. Decide Milik, con i suoi soliti gol al quadrato (seconda doppietta in 4 gare), ma è il baricentro del Napoli che s'alza, insieme col sensibile aumento degli assist verso la punta centrale (a Gabbiadini nemmeno mezzo, vero Insigne?) a far naufragare le tenere velleità del Bologna. Insomma, torna in sala un film già visto, ma con attori nuovi di zecca. Abile il Napoli che sull'asse dell'Est (Zielinski- Milik) può programmare la versione 2.0. Così come annuncia questa domenica di buone speranze. C'è un angolo buio che, tuttavia, non illumina la prima, seppur simbolica, notte da capolista: i rapporti tesi tra parte del tifo e De Laurentiis. Si può e si deve ridurre questa paradossale distanza. Ma c’è un però: quando queste oscillazioni si fanno sentire, esse mettono in crisi un tessuto che ancora non è stato filato a dovere, anzi ha subìto strappi e lacerazioni che non erano neppure previste.
- Accedi o registrati per inserire commenti.