Addetti ai lavori divisi, tifosi divisi. Benitez divide gli amanti del gioco del calcio e questo è un dato di fatto. Per i “detrattori” l’allenatore spagnolo è troppo legato ad un unico sistema di gioco; poco incline alle lunghe maratone come il campionato italiano; troppo “dipendente” da alcuni tipi di giocatori.Come sostengono alcuni il Napoli di Mazzarri era più quadrato. Per altri perfino la memorabile “gioiosa macchina da guerra” (vincente di fatto e non sulla carta come quella di “Occhettiana memoria”) di Eddy Reja era "l'esempio della solidità".Ma, e un ma c’è sempre: non è forse vero che il record di punti del Napoli in Serie A, vittoria da 3 punti, appartiene a Benitez (seppur in coabitazione con Mazzarri: 78 punti nelle stagioni 2012-3013 e 2013-2014)? Non è forse vero che il calcio spumeggiante degno di una grande d’Europa lo abbiamo visto grazie a Benitez (Champion League 2013-2014: partite al San Paolo con Borussia Dortmund e Arsenal; Coppa Italia 2013-2014: Napoli-Roma 3 0. Solo per citarne alcune)? Non è forse vero che Benitez è arrivato 3° lo scorso campionato, con una Roma andata al di là di qualsiasi pronostico e una Juventus da record, giocando una splendida quanto sfortunata Champion League? Non è forse vero che Benitez è riuscito a vincere due titoli, Coppa Italia e Supercoppa, a differenza di squadre molto lodate dagli addetti ai lavori ma poco vincenti (Roma e Fiorentina)? Non è forse vero che campioni, in parte già affermati come Callejon e Mertens, in parte in cerca di consacrazione come Insigne o Gabbiadini, hanno avuto una crescita esponenziale? Non è forse vero che modesti gregari sono diventati giocatori affidabili (Britos e Andujar)? Non è forse vero che nella stagione corrente il Napoli è ancora in corsa per l’Europa League e per il 2° o 3° posto in campionato (non considerando l’immeritata eliminazione in Coppa Italia)? Non è forse vero che il Napoli a Wolfsburg ha giocato una delle partite più belle della sua storia. E soprattutto, prendere un gol in contropiede sul 4 a 0 e per giunta fuori casa non significa “sprovincializzare il calcio italiano”? Non è forse vero che Benitez ha chiesto alcuni giocatori e ne ha avuti degli altri (con tutto il rispetto, De Guzman, Koulibaly e Lopez, seppur bravi, non sono Mascherano o Verthongen)? Non è forse vero che Benitez ha vinto dappertutto ed è richiesto da grandi club e forse da una grande nazionale? Poi possiamo discutere su quel “2 a centrocampo” che a volte fa andare la squadra in netta inferiorità numerica, su alcune incomprensibili sostituzioni (come è avvenuto nella semifinale di Coppa Italia) o sul fatto che a Benitez vanno dati i “giocatori adatti”. Riflettiamo.