Occhio al Napoli formato Europa. Per la “quadrilla” di Benitez parlano i numeri, e sui numeri non c’è dibattito. Basta scorrere un po’ di cifre e ci si ritrova davanti a un dato sorprendente: la difesa ha incassato un gol in sei partite. L’ultimo l’ha subito ieri contro la Dinamo Mosca, è l’unica macchia della retroguardia, un neo che risaliva alla sconfitta con lo Young Boys a Berna, un ko nella fase a gironi (ottobre scorso). Da allora il reparto difensivo è rimasto pressoché immacolato, al di là di chi sia stato schierato tra i pali tra Rafael e Andujar. La porta napoletana resiste col passivo di una rete in 540 minuti disputati. A differenza di quanto accade in campionato: dall’inizio del girone di ritorno a oggi, il Napoli ha subito nove gol in sette partite. Una metamorfosi che sa d’inspiegabile, considerato che pure in Europa, Rafa Benitez ha quasi sempre schierato la coppia centrale titolare. Tuttavia un’altra occhiata bisogna lanciarla a Higuain. Un fenomeno che fa reparto da solo. Il centravanti di Benitez è un calciatore che sposta gli equilibri, pur se è sempre rischioso lasciare tutti i jolly in mano a un uomo solo. Ma tant’è. Higuain cambierebbe volto e classifica a ogni squadra, dalla Juve in giù, nel nostro campionato. Già, il campionato: ora bisognerà cominciarne a capirci qualcosa. Ci sono otto punti di distanza tra la Roma (seconda) e Fiorentina e Samp. In altri tempi un abisso. Ma la musica è cambiata. Le candidate hanno difetti e problemi. La squadra di Garcia è invecchiata insieme con Totti e ha sbagliato il mercato invernale; il Napoli non ha qualità in mezzo al campo e ha un Benitez con la valigia pronta; la Lazio ha tanti talenti ma ha sempre fallito il salto di qualità; la Fiorentina non ha mai avuto Pepito Rossi e ha dovuto accontentarsi di un Gomez al cinquanta per cento e la Samp sta rimettendo insieme il mosaico che il pittoresco Ferrero si è divertito a buttare all’aria nell’ultima campagna acquisti. Insomma, la classifica è solo un’indicazione. Non ci sono sentenze già scritte. Il Napoli è più temprato, sa come si sopravvive a certe quote ma ha un progetto tattico monocorde. Ha un attacco formidabile (presto tornerà Insigne) ma poche cose altrove. Sarà, poi, importante sincerarsi su come De Laurentiis e Benitez riusciranno a convivere. Un allenatore in partenza diventa spesso una figura ingombrante.