E' come una bomba ad orologeria, non importa quanto abbiano giocato bene per un'ora o più, la frittata è sempre in arrivo e la forza psicologica degli avversari sta proprio in questo. Anche ieri Parolo nell'intervista all'intervallo ha dichiarato che il gol la Lazio l'avrebbe potuto fare anche all'ultimo minuto, era conscio della fragilità difensiva degli azzurri. Non a caso è stata ancora una volta una dormita del reparto difensivo a causare l'1-0 per i biancocelesti. Nessuno vuole colpevolizzare un Ghoulam o un Inler che magari su Felipe Anderson avrebbero potuto qualcosa in più, quello è un colpo da campione e difficilmente lo riesci a prevedere; dopo l'accelerazione del talento biancoceleste però dentro l'aria di rigore la difesa era schierata in linea, Lulic non può penetrare come un coltello caldo nel burro e infilarsi tra Albiol e Maggio che stanno fermi sulle gambe invece di attaccare la palla in arrivo. Non si vuole mandare alla gogna nessuno, anche perchè lo stesso Maggio fino a quel momento aveva disputato una grande gara, però a questo punto ai tifosi non si raccontino frottole. Il pubblico è dotato di onestà intellettuale più di certi addetti ai lavori a quanto pare. Dire onestamente che il tecnico a fine stagione finirà il suo lavoro in azzurro sarebbe molto più semplice e soprattutto si farebbe appello alla professionalità dei giocatori. Questa incertezza non fa bene, ha un non so ché di presa per i fondelli. Giusto per citare un esempio, all'Inter erano consapevoli tre mesi prima che Mourinho sarebbe andato via, i nerazzurri vinsero il triplete, non la Supercoppa. Gli sguardi svuotati dei giocatori azzurri non sono un bel vedere, una squadra che avrebbe dovuto lottare fino alla fine per il vertice in campionato si trova sesta e rischia di non partecipare nemmeno all'Europa League, se c'è un momento in cui il tifoso non vuole essere lasciato da solo è questo; ieri ancora una volta c'è stato un silenzio stampa imposto ai giocatori, ma i napoletani non hanno solo bisogno di sentirsi dire quanto è stato bello vincere nei post partita, ma anche come si è potuto perdere.