Vincere una partita a questo Napoli non basta, deve forgiarsi nell’attesa, nella gestione di novanta e passa minuti sporchi e cattivi voluti dalla Roma. E così l’ha vinta un’altra volta. E poi - già che ci siamo - un’altra volta ancora, in una folle apnea sino all’80’, quando Osimhen si trova sui piedi il rilancio impensabile di Politano e sforbicia la porta di Rui Patricio col gran gol del 1-0. Tutto questo dopo un secondo tempo condotto all’assalto.
Gran bel Napoli nei duelli, nel ritmo, in qualità ed Osi devastante, ma soprattutto una squadra ordinata, compatta e pulita. È così che il Napoli di Spalletti si regala e regala un’altra scarica - l’ennesima - di adrenalina.
Cinque ragioni per essere ottimisti e per non temere il peggio. Perché si vince pure all’ultimo istante dell’ultimo secondo, degli ultimi minuti. E visto che i tre punti sono arrivati lo stesso, è il caso di riflettere su questi tempi felici. Il Napoli è stato reso migliore dal mercato e dal lavoro estivo col quale Spalletti ha amalgamato vecchi e nuovi, portandoli a essere fin dalle prime giornate un blocco unico. Se prendiamo gli acquisti uno per uno, il salto di qualità è evidente: a parte il confronto tra Kim e Koulibaly, che il coreano sta reggendo benissimo guadagnandosi una sostanziale parità, tutti gli altri vanno dalla parte dei nuovi. Raspadori ha un’altra freschezza e un’altra prospettiva rispetto a Mertens, Simeone è più determinante di Petagna, Ndombele è diverso da Fabian Ruiz, ma quando viene chiamato in causa risponde, Olivera supera l’ultimo Ghoulam. E Kvaratskhelia, ormai si può dire con certezza che è davvero forte, pure quando finisce in un cono d’ombra, come a Roma fermato da Karsdorp.
Insomma, il Napoli è un produttore inesauribile di superiorità numeriche, un meccanismo che sforna palle gol come ne avesse una borsa piena. Geniale e letale, lo spettacolo più grande di questo primo spezzone di stagione. E il bello deve ancora venire.
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