Andujar 6: tecnicamente incolpevole sull’unico tiro a porta arrivatogli, lo stesso tiro che però si è trasformato nel vantaggio decisivo giallorosso. Quasi mai chiamato in causa per il resto della partita.
Maggio 6: protagonista nel duello fisico e di velocità con Iturbe, spesso ne esce vincitore annullando ogni accelerazione dell’esterno d’attacco romanista.
Albiol 5.5: i limiti di questo giocatore sono sempre di tipo tecnico. Spesso agli azzurri non manca l’ultimo passaggio ma il primo, proprio per una scarsa qualità in fase di impostazione dei difensori centrali.
Britos 5.5: anche lui sbaglia spesso passaggi elementari senza mai affidarsi alla ‘qualità’ dei centrocampisti. Discreto però il lavoro in fase di copertura.
Ghoulam 6: a lui tocca Florenzi ma anche in questo caso l’algerino tiene bene sull’out di sinistra. Si butta in avanti con continuità dando uno sbocco significativo della manovra sulla fascia mancina.
David Lopez 5: ai ‘pulcini’ insegnano che quando il cross arriva dal fondo il centrocampista non deve schiacciarsi sulla linea difensiva ma prendere solo chi s’inserisce da dietro. Evidentemente lo spagnolo ha saltato questa categoria. Impalpabile anche in fase di costruzione della manovra.
Jorginho 5: dovrebbe essere il cervello del centrocampo ma l’italo brasiliano è sempre spaesato e fuori dal vivo del gioco trovandosi (non per sua colpa) quasi sempre in inferiorità numerica in mezzo al campo; commette spesso falli inutili che si trasformano in punizioni pericolose per la difesa azzurra.
Callejon 5.5: in una partita mediocre avrebbe l’opportunità di tornare al gol dopo mesi ma preferisce l’assist per de Guzman annullando di fatto un’ottima palla gol; ancora lontano dal Callejon che Napoli ha conosciuto il primo anno. Sost 61’ Gabbiadini 5.5: un tiro a volo è l’unico lampo del campioncino italiano, per il resto l’ex doriano è protagonista di una prova abbastanza incolore.
Mertens 6.5: il solo a creare superiorità numerica con dribbling e contro dribbling, unica pecca: il belga non tira neanche sotto minaccia. Di sicuro il migliore dei suoi, in una squadra che deficita nel gioco, l’unica soluzione è proprio cercare superiorità numerica e in questo è uno dei migliori.
De Guzman 5.5: è un trequartista che pensa più a difendere che a rifinire, spesso lascia praticamente isolato il ‘Pipita’ per il suo vizietto di arretrare il suo raggio d’azione, inconcludente negli ultimi trenta metri, in poche parole non è un trequartista. Sost 81’ da Insigne s.v.: a nulla o quasi serve il suo ritorno in campo, unica nota positiva che Lorenzuccio finalmente è tornato a calpestare l’erba del campo da gioco.
Higuain 5.5: primo tempo niente male, la palla per Callejon è una poesia, ma per il resto troppa poca roba nella ripresa, soffre la fisicità e gli anticipi di Manolas; un giocatore del suo valore non può uscire di scena in una partita di tale importanza, a sua discolpa c’è da dire che la squadra non gli ha servito decine di palle gol. Sost 76’ Zapata 5.5: quasi venti minuti in campo, ma nonostante la sua ottima media gol stagionale non si fa trovare puntuale all’appuntamento sull’assist di Mertens nel finale.
Benitez 5: la quarta sconfitta consecutiva in trasferta si traduce in un impietoso sesto posto per gli azzurri. Già qualche perplessità i tifosi e gli esperti l’avevano espressa vedendo gli 11 titolari. Queste perplessità si sono trasformate in rabbia quando il tecnico, nonostante la scarsa qualità in mezzo al campo, non ha preferito inserire gente come Hamsik o Insigne (prima) per sopperire a questa mancanza. Gli alibi sono finiti già da un po’, squadre con rose ampiamente inferiori si trovano davanti per una miriade di occasioni buttate da parte degli azzurri. In conclusione: o la rosa del Napoli è stata sopravvalutata ad inizio stagione, o il tecnico non ha saputo far rendere al meglio i propri elementi, o forse (più probabilmente) l’una e l’altra insieme…
[ Leonardo Vivard ]
Twitter: @LeonardoVivard