Per farli cadere, dopo un’eterna imbattibilità, ci son volute le prodezze dei tenori napoletani. Loro sì, forti, possenti, indomabili in un calcio che a tratti appare anche lirico. Se la narrativa calcistica ha ancora un senso, questa immagine s’aggiunge alle tante possibili letture di Napoli-Juve 2-1.
Ed ecco che, poco più di una settimana dopo, l’onda azzurra ha replicato l’impresa (Atalanta-Napoli 2-3), al culmine di una serata ugualmente avvincente. L’hanno firmata Anguissa e Lukaku, il potere nero del Napoli, con la partecipazione straordinaria dell’orgoglioso Politano. Che la capolista dovesse soffrire lo aveva confermato una duplice premessa: l’imbattibilità di una Juve che ha rastrellato pure il mercato di gennaio. Poi il precoce svantaggio (fiammata di Kolo Muani) nella tana napoletana, con l’aggravante dell’incipiente nostalgia per Kvaratskhelia, transfuga a Parigi. Però il Napoli ha aggiustato presto la partita, rimontando subito dopo l’intervallo, all’incalzare di una sfida apertissima. Scampata la Juve al notevole colpo di testa di Lukaku grazie al balzo di De Gregorio, il Napoli proprio di testa ha pareggiato. Ed è emblematico che lo abbia fatto con Anguissa, e che poi abbia fissato il match col rigore della vittoria col poderoso Lukaku, pupillo di Conte. Il quale adesso ingaggia con Inzaghi il duello per lo scudetto, soggetto alla sua variabile preferita: la concretezza.
In verità oggi l’ha inseguita anche Thiago Motta,
Il Napoli, che si era cullato finora nel dichiarato ruolo di vassallo dell’Inter, anche stasera ha cercato di superarsi secondo le teorie dell’allenatore. Perché Conte antepone a tutto il massimo equilibrio tattico e dalla panchina non sovrabbondante ha pescato il terzino d’ala Spinazzola, sostituito di Olivera, felice ispiratore di cross. L’assenza di coppe non sarà certo un guaio per il Napoli della metamorfosi.Dell’era Spalletti non ci sono più Kvara, Osimhen, Kim, Zielinski, Rui e Lozano. Ma i loro successori si sono presi l’osanna del Maradona, da dove stasera s’intravede molto meglio la sagoma dello scudetto 2025.
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