A Parma come a Roma...ma nessuno ne parla

CIrca un anno fa andava di scena all'Olimpico di Roma la finale di Coppa Italia fra Napoli e Fiorentina. Quella gara non sarà ricordata dalla storia solo per il successo della squadra partenopea ma anche, e sopratutto, per la morte di un tifoso napoletano (Ciro Esposito) per mano di un ultras romanista (Daniele De Santis) che in quel contesto, davvero, non aveva nulla a che fare. Però c'è un altro fatto che caratterizzò quella giornata. Prima che le due squadre scendessero in campo, il Capitano azzurro Marek Hamsik (come quello viola Manuel Pasqual) andarono a palare con i rispettivi capi ultras per aggiornare le tifoserie sui disordini avvenuti fuori allo stadio fra napoletani e romanisti. (In questo frangente il colloquio fra ultras e squadra era incentrato su un tema delicato e importante: Ciro è morto?) Però il caso volle che le telecamere si fermassero sul capo ultras del Napoli, (Gennaro Di Tommaso detto 'A Carogna) e Marek Hamsik. Da quelle immagini nacquero alcune allusioni false del tipo: "Genny ha detto sì a Napoli-Fiorentina", "I calciatori scendono a patti con gli ultras", "Sono i tifosi che comandano" e bagianate simili. C'è da sottolineare che nella storia tutti i capitani hanno sempre avuto contatto con la tifoseria. A ragion del vero nell'ultima giornata di campionato al Tardini di Parma, alla fine del match salvezza con il Cesena (vinto dai bianconeri), Antonio Cassano, simbolo e capitano della squadra parmense, si trova faccia a faccia con il capo ultras degli emiliani che inivita i giocatori a "correre di più in campo". La domanda è lecita: perchè dell'episodio di Parma non se n'è parla? La risposta appare scontata: Napoli fa sempre notizia nel bene e nel male.

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