Parma, a caccia della sopravvivenza: dalla chiusura di Malagò alle accuse di Donadoni e Lucarelli

Tanta rabbia intorno alla FC Parma: dai tifosi allo staff. Tre presidente cambiati in pochi mesi (Ghirardi, Taci e Manenti) e nessuno che abbia avuto la forza di rialzare i ducali e il coraggio di dire la verità a tutti, Lega Serie A inclusa. E poi due rinvii a data da destinarsi: Udinese prima e Genoa poi. Chi le paga? I soldi non ci sono ma alla Figc ciò non interessa. Malagò, presidente della Figc, è furente e chiude le porte a un terzo e ipotetico rinvio. Cosa accadrà? Semplice, si passa al campionato a 19 squadre dove il Parma perderebbe tutte le partite da disputare (15 comprese i rinvii) a tavolino, il famigerato 0-3. E il regolamento del campionato resta quello che è. Nonostante si rischi di falsare tutto ma "non ci siamo più margini di manovra" parola di Tavecchio. Poi arriva l'accusa di Roberto Donadoni "Siamo messi così, come vedete e sapete. Abbiamo deciso di non giocare, di allenarci e di non giocare per il disinteresse delle autorità calcistiche nei nostri confronti. Ma di chi è la responsabilità? Io sono stanco di vedere gente che cerca di mettere una toppa, di metterci una pezza. Bisogna guardarsi negli occhi e intervenire in maniera forte e radicale. Quello che sta accadendo al Parma non deve più accadere, in nessuna altra squadra". "Dico grazie a tutti i giocatori della serie A, che ha aderito alla nostra forma di protesta. Anche alla Associazione allenatori, anche se oltre a Ulivieri ho sentito pochi colleghi. Chi va in campo è solidale con noi, chi non va in campo no, da chi non va in campo solo disinteresse e delusioni. Ci comportiamo così a causa del comportamento degli altri nei nostri confronti. Se il presidente della Lega e quello della Federcalcio si comportano in un certo modo, chiedete a loro". "La cosa che più mi rattrista è vedere cosa accade intorno a noi. Siamo come carogne nel deserto, intorno a noi solo sciacalli pronti ad approfittare". "Non ci sono le condizioni per poter giocare, e questo lo diciamo per rispetto di tutti i giocatori e allenatori della Serie A. Non siamo robot che si accendono e si spengono, e non c'entra niente il lato economico. Ora mi auguro che ci siano sviluppi positivi, per poter andare avanti. Ma questo non dipende da noi". E non contento arriva anche quella di Alessandro Lucarelli, capitano della squadra emiliana: "Noi abbiamo chiesto tutela e interesse da parte delle autorità calcistiche. Nessuno si è interessato del Parma, a parte l'Associazione calciatori, nessuno dei vertici federali si è schiodato dalla poltrona. Non è un discorso economico, non c'entrano i soldi. Paghiamo noi le trasferte, se possibile. C'è una assemblea fissata al 6 marzo, in Lega: ma noi non so se arriviamo al 6 marzo. Vediamo cosa decidono il 6 marzo. Poi valuteremo che cosa fare". "Non è facile per noi non giocare. Se il Parma è messo così, è perché qualcuno glielo ha permesso. Noi come il Barletta, la Nocerina, il Savoia, i fallimenti. La nostra voce è per noi e per loro". Venerdì, intanto, c'è il summit per decidere le sorti del Parma. La Lega deve scegliere quale via percorrere: la più "facile" è l'autotassazione dei club di Serie A. Nei giorni di attessa c'è già chi si è espresso a favore e chi no. Però questi 10 milioni potrebbero arrivare anche dal fondo garanzia che la Lega Serie A mette a disposione per i club che retrocedono in Serie B e dal contributo di ogni club: 4,5 milioni da quel fondo e il restante suddiviso per i 19 club di Serie A. Soluzioni solo per far sopravvivere la FC Parma sino a fino stagione.
 
 
 

Dislike non mi piace
0

Calciomercato

Le Opinioni

Serie A

Scroll to Top