Non è stata la sfida della vita, ma della fine

Su questa sfida Roma-Napoli, partita della vita, noi tutti ci eravamo illusi con la mente e con il cuore. Credevamo che fosse il momento della svolta e della nuova ripartenza.Invece man mano che passavano i minuti vedevamo la stessa squadra che avevamo lasciato prima, ovvero lenta, con gioco prevedibile con poche e sbagliate "verticalizzazioni" e con pochi veri tiri in porta pericolosi. Ribadire queste riflessioni, già più volte esternate, ormai è inutile, così come sottolineare ancora una volta che Benitez ha sbagliato ancora formazione e i cambi successivi. Quasi avesse perduto il controllo della squadra. Unanime è stato, tra gli appassionati di sempre, la convinzione che Gargano doveva giocare, che Callejon non doveva essere mai sostituito, che De Guzman non doveva giocare etc.etc. Insomma, un disastro. Inoltre, abbiamo visto una modestissima Roma, terrorizzata di affrontare il Napoli, ma che ci ha messo molto cuore per compiere l'impresa. L'esultanza a fine partita dei giallorossi la dice lunga. Un Napoli senza fame e senz'anima, lontano anni luce dal nostro sogno azzurro. Ormai è di dominio pubblico che il Napoli di Reina era molto più forte del Napoli di quest'anno, almeno in determinazione e volontà di vincere sempre. A sto punto dobbiamo vedere cosa accadrà nei prossimi dodici giorni che ci vedranno affrontare, al San Paolo, la Lazio per la semifinale di ritorno di Coppa Italia, successivamente, sempre al San Paolo, una nostra diretta avversaria, la Fiorentina di Montella, e a seguire, il giovedì successivo, in Germania i temibili tedeschi per il turno di andata dell'Europa League. Con molte giustificate incertezze nel nostro animo azzurro, ma sempre vicini al Napoli, sappiamo che quanto accadrà nelle prossime sfide sarà determinante. Speriamo che Rafa e i suoi ragazzi "siano folgorati sulla strada di Damasco" per reagire e convincere i tanti tifosi con altrettante vittorie. Successi che possano salvare la stagione ed evitare il tracollo. Infatti, se andremo a ricoprire posizioni non significative, uscendo quindi da tutte le competizioni, s'aprirà inevitabilmente una crisi, non solo di risultati ma anche finanziaria (se dovessimo essere esclusi dalla Champion's). I pericoli non finiscono qui, ma non voglio proprio immaginare altri risultati negativi che metterebbero a rischio anche la qualificazione alla stessa dall'Europa League.
 

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