Napoli riconquista i tuoi tifosi

Stagione 1974/75. Il Napoli guidato allora da Luis Vinicio, dopo nove giornate di campionato ha solo due punti di distacco dalla Juventus capolista. Alla decima, il calendario mette di fronte azzurri e bianconeri al San Paolo, da sempre terreno ostile alla corazzata torinese. La Juventus, infatti, non vince a Napoli dal 1968, ma quella volta sul campo tutto divenne improvvisamente facile per Altafini e compagni. Il risultato della partita assume dimensioni tennistiche: 2-6.  Se c’è una partita che il tifoso napoletano non vuole perdere o meglio vuol vincere a tutti i costi, è proprio quella contro l’odiata rivale di sempre: la Vecchia Signora, la Juventus, quelli che stanno in mezzo da sempre e non c’è mai modo di liberarsene. Quel giorno, al San Paolo ci fu una grande contestazione del pubblico, ma chi c’era può ricordare che il bersaglio di quella ammuina sugli spalti era l’arbitro reo di aver fischiato un calcio di rigore Inesistente ai bianconeri. Come se quel calcio di rigore avrebbe potuto cambiare l’esito della Sfida che vide gli azzurri soccombere tristemente. All’uscita dei cancelli dello stadio, però, nessuno (o quasi) dei tifosi presenti quel giorno, tornando a casa, riusciva a prendersela con i giocatori che in campo avevano profuso il massimo impegno scendendo negli spogliatoi con la fatidica maglia sudata tra gli applausi del pubblico di fede partenopea. E se tutto questo accadesse oggi, o magari domani, ci sarebbe la stessa reazione dei tifosi? D’accordo, erano altri tempi, ma l’impressione è che a questo Napoli manchino l’entusiasmo e l’umiltà che da sempre contraddistinguono la sua gente e che ne fanno una squadra fortissima. Insieme. Leggendo ed ascoltando la loro voce è come se il Napoli di Benitez non riuscisse più a toccare le corde giuste dei suoi tifosi (pardon “malati”) perdendosi in una lunga coda di proclami senza fare i conti con le proprie debolezze. L’alone di entusiasmo che circondava il Napoli dei Galacticos adesso non c’è più, con le teorie spagnole che non sembrano più tornare. Il calcio resta e resterà una materia assai inesatta che va oltre lavagne tattiche, moduli e le mezze certezze. Il calcio è improvvisazione, è la giocata del campione che illumina la partita e manda in estasi i tifosi. Ecco, il calcio sono i tifosi e domani saranno in cinquantamila a spingere il Napoliverso la finale di coppa Italia. Perchè quella per l'azzurro è una passione che sfocia nell'assuefazione. Perché la storia di questa stagione può essere cambiata ancora. E’ il calcio. 

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