Quando in quel lontano primo agosto del 1926 fu fondato il Napoli, in pochi si sarebbero immaginati che sarebbe nato un intenso rapporto con il Sudamerica, un amore al suon di tango, samba e al gusto di Mate e Asado. Il primo sudamericano da ricordare è Attila Sallustro, attaccante paraguaiano naturalizzato italiano che fece parte del primissimo Napoli e fu capace di segnare 106 gol in 258 presenze, facendo coppia con un attaccante di razza come Vojak con cui riuscì a portare il Napoli per due volte al terzo posto e a qualificarsi per la Mitropa Cup, la prima competizione calcistica europea. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Napoli decise di dover ripartire nel migliore dei modi e il comandante Achille Lauro, diventato presidente nel 1936, piazzò importanti colpi come Luis Vinicio, che venne preso dal Botafogo e fu soprannominato "O' Lione" per la foga agonistica, e Bruno Pesaola. il Napoli non vincerà in quel periodo, ma lo stesso Pesaola riuscirà a riscattarsi allenando gli azzurri in serie B e gli farà conquistare il primo trofeo, ovvero la Coppa Italia nella stagione 1961-1962, facendo diventare il Napoli, insieme al Vado, l'unica squadra a vincere la competizione pur non essendo in massima divisione. In quegli anni, il Napoli conoscerà un periodo positivo con Pesaola che porterà nella piazza partenopea anche una Coppa delle Alpi nel 1966. In quella squadra facevano parte due giocatori di talento unico come: Omar Sivori, arrivato a Napoli dopo una trattativa particolare tra Achille Lauro e il presidente della Juventus Gianni Agnelli, e Josè Altafini, campione del mondo con il Brasile di Pelè e ricordato tristamente dai napoletani come "Core 'ngrato" per aver regalato alla Juventus lo scudetto con un gol proprio agli azzurri a Torino nella penultima partita della stagione 1974-1975. Ma negli anni ottanta, sotto la presidenza di Ferlaino, il Napoli porterà all'ombra del Vesuvio giocatori unici come Diego Armando Maradona, che conquisterà due Scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una sorprendente Coppa Uefa, insieme ai brasiliani Careca, con il quale compose il trio d'attacco Ma-Gi-Ca insieme a Bruno Giordano, e il centrocampista Alemao che fece le fortune del Napoli al centrocampo, fino ad arrivare all'uruguayano Daniel Fonseca, l'ultima stella splendente di quel Napoli in declino e con il quale segnò cinque reti contro il Valencia in Coppa Uefa del 1992-1993. Dopo il fallimento e la rinascita, nell'attuale Napoli di De Laurentiis arrivarono Lavezzi e Cavani, decisivi nella storica qualificazione in Champions League e nella conquista della quarta Coppa Italia degli azzurri, fino ad arrivare agli attuali Allan, perno imprenscindibile del centrocampo targato Maurizio Sarri, ed "El Pipita" Higuain che si è preso Napoli e il Napoli a suon di gol, facendo vincere la quinta Coppa Italia e soprattutto una Supercoppa Italiana ai calci di rigore contro la Juventus. Ma ora la città vuole quello Scudetto che manca da anni e ciò consacrerebbe l'argentino all'Olimpo del Calcio.
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