E ritornammo a non rivedere la Roma: ma cos’è sortilegio, maledizione oppure è l’indole scellerata di questo Napoli che non sa cosa vuol dire crescere? Purtroppo, l’unica certezza è che la squadra da tempo combatte la logica. Si assiste, con crescente delusione, al progressivo ridimensionamento di un gruppo che, per qualità e quantità, è spanne più su dell’Inter e di tantissime altre avversarie. Peccato che pure Benitez, ieri, ci abbia messo del suo: ha squarciato la tela azzurra mettendo fuori i migliori (Hamsik e Mertens), lasciando inalterata l’inquietante presenza di Callejon, un’involontaria mossa che contribuisce al peggior pareggio della stagione. Raccapricciante il 2-2 con l’Inter. Perché il Napoli aveva illuso con i gol di Hamsik e Higuain, aveva fatto sperare nel quasi aggancio al secondo posto, aveva dominato l’Inter per 70’, ci aveva portato su, mentre tutto era ed è come prima. Maledettamente come prima. La Roma che rallenta, la strampalata “quadrilla” di Benitez che arretra e gli altri che inseguono e che ora sono diventati pericolosi, tanto da temere per il terzo posto. Consentire la rimonta a un’Inter, rimodellata in versione bradipo (lenta e goffa), è un suicidio tattico e agonistico. Eppure il Napoli aveva scoperto che i migliori sono sempre gli assenti: Inler, ha giganteggiato dopo tante esclusioni, mentre l’ottimo Hamsik nonostante il gol non ha evitato la 21esima sostituzione. Nel cono d’ombra è finito ancora una volta Callejon. Sta vivendo un periodo nero, inutile negarlo. Ha segnato appena due reti negli ultimi quattro mesi; addirittura un solo gol nelle ultime 15 partite di campionato. Era partito fortissimo, poi si è inceppato. All'andata contro l'Inter fece doppietta, sembrava inarrestabile. Poi improvvisamente il buio. Benitez non gli ha mai negato fiducia, ignorando addirittura Gabbiadini e i segnali di crescita di Mertens. Chissà, forse complicarsi la vita renderà tutto più avvincente. Peccato, però, che la stagione del Napoli, e in generale il calcio, non siano il percorso di Indiana Jones, né un’attrazione adrenalinica di un parco giochi.