Non ci si candida a governare il campionato se chi è tra i papabili (e il Napoli lo è) non si riconosce nella gestione dei match meno difficili. Ne’ nel dare spazio ai nuovi arrivati, se non si rifiuta l’eredità del passato. Allo stesso modo non si possono giudicare di già il Napoli e le altre big, se non si accetta il fatto che le partite toste sono ancora da venire. Che poi la squadra di Spalletti sia già a un punto più che incoraggiante delle proprie possibilità è un dato di fatto. Fa bene, tuttavia, Spalletti a distribuire degli utili segna-posti, ovvero restiamo calmi se possiamo: siamo solo al giro di pista. Grazie alle sue esortazioni al realismo, il tifoso può scegliere, a seconda dei suoi gusti e delle sue inclinazioni, dove andarsi a sedere: per cosa esaltarsi o per cosa pazientare. Ma non significano sempre e dappertutto la stessa cosa. Gli appassionati del Napoli possono dare, e normalmente danno, significati diversi a parole come quelle di questo allenatore. Variano inoltre l’intensità con cui ci si identifica con le due parti (gli incendiari e i pompieri) nonché il grado di avversione che si nutre per chi ha scelto l’etichetta opposta, l’opposto segna-posto.
La partita. Il Monza chiude le corsie esterne ed obbliga il Napoli a tentare di sfondare centralmente, ma regge sino alla gran giocata di Kvara (1-0). In pratica una mezzoretta o poco più. Poi il Napoli ha fatto calare il sipario giocado al tiro a segno coi giovanotti di Stroppa. Molto bene Lobotka, Kvara ha indubbie qualità, ma ha faticato a uscire dai raddoppi di marcatura. Con Simeone, Raspadori e Ndombele (x Ruiz) questo Napoli metterà anche fisicità e “agonismo” nel motore oltre alla freschezza di Kvara. Squadra pronta per eventuali cambi di sistema di gioco e con tante alternative. Domenica c’è la Fiorentina, si passerà dal “no contest” a profili e partite più impegnativi.
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