I pezzi del Napoli, un misterioso mosaico

Per capire il significato di questa cosa misteriosa che oggi è il Napoli, bisogna essere esperti di rappezzi o di mosaici, secondo il metro di giudizio che si ha della gestione Sarri. Si dice che il meglio deve ancora venire, può essere, anzi é auspicabile, addirittura necessario. Nel frattempo bisogna metter insieme spezzoni delle prime tre partite, nell'ordine: Sassuolo, Sampdoria ed Empoli. Come fossimo a una seduta di anatomia cominciamo con il debutto del Napoli di Sarri e analizziamo i primi venti minuti di quella partita. Buon ritmo, corridoi centrali per le punte ben frequentati, subito un gol diHamsik in perfetto stile Hamsik. Ora andiamo a studiarci il match con la Samp. Quaranta e più minuti condotti ventre a terra, contro avversari inebetiti dagli aggiramenti di Insigne ed Higuain: due gol in un tempo di gioco. Ed eccoci a Empoli, gli ultimi 45' condotti dal Napoli di gran carriera, con la novitá (finalmente) del 4-3-3: che tradotto dai tre numerini cardinali vuol dire gioco ampio sugli esterni, con Mertens irrefrenabile, il resto é il gol del 2-2 è un po' tante occasioni sfiorate. Se le partite s'accendessero e spegnessero a seconda di come vuole il Napoli, tutto andrebbe per il meglio. Invece durano novanta e passa minuti, solitamente vedono vincere chi mette le pedine giuste al loro posto e chi infonde in se stesso e negli altri la miglior ferocia agonistica. Il Napoli, viceversa, rimane solo aggrappato ai propri spezzoni di partita. E, come, un chiromante legge nei fondi di caffè, così Sarri intravede buoni auspici negli scampoli di partita del suo Napoli. Che dire? Abbiamo sperato in una squadra che facesse dimenticare presto e subito le brutture della scorsa stagione. Sarà per questo che le amarezze sembrano ora non cessare mai, forse perché quanto più bello é il sogno, tanto più deludente diventa il risveglio

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