Ma allora davvero c‘era un piano di riserva. Uno di quelli che si fanno e poi si mettono da parte, da tirar fuori se le cose non andassero come si era pensato e che poi potrebbero servire per riprendersi obiettivi smarriti. Adesso spenti gli echi della vittoria dovuta (troppa differenza tra i due organici) a Venezia, la domanda che si pone al Napoli in un anno che — comunque vada — avrà conseguenze, diventa scontata. Dopo quattro vittorie di fila e a un punto dall’Inter, al pari del Milan, cosa c’è al di là del piazzamento Champions? Potrebbe essere l’anno in cui vanno chiuse le ferite di stagioni fatte di errori e di incomprensioni (le gestioni del dopo Sarri). Quando società, critica (mio malgrado mi ci metto) confusi e rissosi, hanno tenuto gli occhi sulle potenzialità, spesso sovrastimate, degli organici passati.
La domanda sul piano di quanto sta accadendo, dunque, inevitabilmente, si pone. Anche perché — siamo onesti — pure stavolta non tutto era andato come previsto (i ko con Empoli e Spezia) .
Dunque ora si può. Anche e soprattutto dopo la vittoria-verifica avvenuta a Venezia.
Nonostante il solito, consueto e disgraziatissimo timore palesato nel primo tempo, quando nel frattempo il Napoli gioca le cosiddette partite della svolta. Qui ha dominato nel gioco e nelle occasioni contro un Venezia volenteroso. Torna al gol Osimhen raddoppia Petagna a conclusione di un perfetto contropiede. Napoli a -1 dall’Inter, e tra sette giorni saranno a faccia a faccia per provare (almeno per la Spalletti band) a guardare oltre la zona Champions.
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