Errori e orrori, clamoroso al San Paolo

Ē finita così, che non si può credere. Con il Dnipro che festeggia il gol del pareggio, é il gol che apre allo scandalo, che punisce l'1-0 del Napoli è che getta un ombra su cosa sia questa Europa League, più un ripostiglio dove infilare il "vorrei ma non posso", arbitri compresi, che una coppa internazionale di buon livello. Perché se il direttore di gara, quello svagato e acefalo di Napoli, l'ha fatta grossa, ignorando un fuorigioco talmente evidente da sparire dalla sua prospettiva mentalmente esausta, anche il pari grado a Siviglia non é stato da meno. Detto e condannato il carissimo nemico Moen e il suo collega non si può far finta di fischiettare e di far passare in cavalleria, l'atteggiamento poco combattivo e la strategia inutile che ha consentito al Napoli di sprecare e non di segnare. L'attacco s'é infranto, tranne alcuni sussulti nel primo tempo, dinanzi al bunker ucraino. Senza che si mettesse mano a sostituire qualche pedina e, magari, dare pure una ripassata a un assetto tattico sempre immobile dinanzi agli imprevisti. É mancato, come al solito, il coraggio di cambiare le cose che potevano e dovevano mutare. Scegliere Gabbiadini a tredici minuti dalla fine non è stata una mossa tattica, ma solo una preghiera di chi s'è sentito prigioniero della propria disperazione.  

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