Adesso che i principali contendenti hanno mostrato i muscoli, si potrebbe finalmente parlare di come il Napoli riesca a tenerli a bada e a costringerli, una partita sì e una pure, all’angolo. Anche perché almeno per un paio di mesi la situazione rimarrà fluida, e per questo ancora più complessa da gestire: per usura da primato, tendenza a dare sempre il massimo, contratti (kvara) da rinnovare... Ma le altre, ovvero Atalanta e compagnia bella come se la cavano? Reggono il passo, vincono, ma sembrano affaticate come non mai. Ieri è stata confermata la classica di vertice, tuttavia questo non cambia la realtà. Anche contro la Roma sono stati brandelli di gloria. La partita ha seguito la solita rotta tra gioia e paura, la vittoria è arrivata con fatica, potenza e merito al gol dopo un’ora, però il Napoli ha osato ancora per allargare il vantaggio, pur se nel finale s’è rivelato tutt’altro che spregiudicato, mettendo a rischio la decima vittoria.Non è stato facile piegare una Roma organizzata e combattiva, Ranieri, nonostante il ko, ha già cancellato lo choc della continua rassegnazione. Forse seccato per l’opacità delle precedenti vittorie, Conte si è rimesso in gioco col suo blocco Napoli, ha cambiato pedine in corsa (Kvara) senza badare a meriti e lignaggi In definitiva ha fatto di testa sua. Singolare e spavaldo com’è, non ha gradito certe critiche sotto la cintura, né le perplessità sulla tenuta del Napoli. E pure, ieri, insieme con i suoi giovanotti in maglia azzurra, è diventato l’involontario regista di un bel thrilling all’ultimo respiro.
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