Ad inizio stagione eravamo tutti consapevoli del fatto che il Napoli non sarebbe in alcun modo riuscito a replicare quanto fatto vedere sotto la sapiente guida di Luciano Spalletti, ma allo stesso tempo nessuno di noi avrebbe neanche creduto di arrivare decimo in classifica, assistendo ad un triplice cambio della guida tecnica.
Il primo è stato Rudi Garcia, la cui scelta ha sin da subito generato perplessità tra i tifosi azzurri. Mettere alla testa dei campioni d’Italia un allenatore esonerato in Arabia non sembrava un grande scelta e, infatti, dopo la sconfitta in casa con l’Empoli è arrivato l’esonero. Molti, guardando ai risultati dei suoi successori, sono arrivati quasi a rimpiangere il tecnico francese, che probabilmente era stato l’unico a comprendere i limiti della squadra, e a cui vanno delle scuse, anche e soprattutto per l’accanimento mediatico ricevuto.
Poi, è stata la volta di Walter Mazzarri, il cui ritorno sulla panchina azzurra è stato accolto “positivamente”. Molti, probabilmente, ricordavano le grandi gesta del suo Napoli, quello dei tre tenori, ma purtroppo, o per fortuna, non si vive solo di ricordi e Mazzarri ha dimostrato di non poter più allenare in quest’epoca. Il calcio moderno proprio non gli si addice e quel 0-4 casalingo con il Frosinone persisterà nelle nostre memorie di tifosi partenopei ancora a lungo.
Infine, è toccato a Francesco Calzona, erede di Sarri e Spalletti. Dopo qualche buona prestazione iniziale – le vittorie contro Sassuolo e Juventus – che avevano infuso un po’ di speranza per il futuro, la squadra è tornata a giocare un calcio anonimo, noioso ed inconcludente. Con lui alla guida, il Napoli ha chiuso al decimo posto, mancando la qualificazione in Europa 14 anni dopo l’ultima volta. La situazione ereditata non era delle migliori, ma anche lui ha avuto le sue colpe.
Vedere gli ormai ex campioni d’Italia camminare in mezzo al campo e non riuscire ad imporsi contro squadre come l’Empoli o il Torino è stata la sconfitta più grande di quest’anno, sia per noi tifosi che abbiamo dovuto assistere inermi a tutto ciò, sia per i giocatori stessi che verranno certamente ricordati per il terzo Scudetto, ma anche per l’ignobile stagione del decimo posto.
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