Zapata e Andujar. Solo loro i volti di questa importantissima vittoria contro il Sassuolo. Due ragazzi (più il primo che il secondo), che hanno fatto del silenzio e della dedizione al calcio la propria forza. Già, l'umiltà di Zapata. In un mondo, quello del calcio, in cui i giocatori più giovani sono e più si sentono arrivati, Duvan rappresenta una anomalia. Giovane, umile ma con tanto talento: non ha mai detto una parola ne positiva ne negativa (sul serio, quante volte lo avremmo ascoltato in questi due anni?), ha saputo accettare senza storie il suo ruolo (certo che è essere il Vice-Higuain non è poi così male, qualcosa ti insegna), ha saputo migliorarsi giorno dopo giorno, partita dopo partita. Il suo gol di racconta tutto di lui, mai arrendersi e se cadi ti rialzi e calci subito in porta. Senza lamentarsi. La tecnica c'è, la potenza e la voglia pure.
Discorso simile ma diverso per Andujar. Anche il portiere è venuto da Catania conoscendo bene il suo ruolo. Sapeva benissimo di essere il vice di Rafael, ma nonostante le tante, troppe, disattenzioni del suo compagno di reparto, non ha mai preteso di giocare. E adesso che Napoli e Benitez hanno avuto bisogno di lui si è fatto trovare pronto. Con buona pace di Rafael.
Positive anche le prove dI Hamsik e Kolubaly.
Le brutte notizie vengono invece da un Callejon ancora incapace di raggiungere la doppia cifra in classifica marcatori, e da Mertens. Quel rosso, quel fallo, dopo il rigore sbagliato giovedì, vogliono dire molto. Driens è nervoso, forse a causa della troppa concorrenza in attacco ora che è arrivato Gabbiadini, che è esploso Zapata e che si avvicina il rientro di Insigne (bellissimo l'abbraccio di Hamsik al folletto di Frattamaggiore).
Menzione d'onore poi al San Paolo e alla standing ovatin regala a Cannavaro alla sua uscita prematura dal campo. Chi ama non dimentica.
Adesso però la Roma è a meno tre, e lunedì c'è lo scontro contro la Juve. Il secondo posto è sempre più sulla strada di questo Napoli.