Ci vuole calma e sangue freddo

Pronostico rispettato, il Napoli batte il Milan 3 a 0. Partita sulla carta da vincere e si è vinto con qualche patema di troppo.Match da subito in discesa per gli azzurri, dopo appena due minuti di gioco rigore ed espulsione di De Sciglio per fallo da ultimo uomo su Hamsik. Sul dischetto si presenta il Pipita: tiro angolato a mezza altezza, al quale sono ormai abituati i portieri avversari. Infatti Diego Lopez para compiendo la prima prodezza della serata. Per la cronaca si tratta del quarto rigore sbagliato da Higuain in stagione.A quel punto i rossoneri di Inzaghi, per i quali si prospettava una serata da incubo, riprendono vigore. Si riorganizzano arretrando dietro la linea della palla e provano qualche sporadico contropiede.
Il leitmotiv dell’incontro si comprende immediatamente: Napoli padrone del gioco e Milan che si difende con ordine e disciplina. Nella prima frazione l’undici di Benitez ha costantemente in mano il pallino del gioco, con un possesso palla che sfiora il 90%. Tuttavia, vuoi per l’ansia da prestazione dei calciatori azzurri alla spasmodica ricerca del gol (e gli errori di mira di Insigne e di Higuain ne sono la prova), vuoi per le prestazioni da incorniciare di Alex, Paletta e Diego Lopez, il match non si sblocca. Anzi, è la squadra di Inzaghi ad andare vicina al bersaglio grosso. Solito cross dalla mediana, Albiol sembra imbambolato, Britos sbaglia il tempo dell’intervento e Bonaventura, certo non un gigante, ha il tempo di staccare di testa e di scheggiare il palo alla destra di Andujar.
Passato il pericolo ricomincia lo sterile palleggio del Napoli con Higuian mal servito ma anche in serata no. Lento ed impacciato e con lo sguardo accigliato, il centravanti azzurro non riesce a togliersi dalla testa l’errore dagli undici metri. Il primo tempo mostra un Napoli che non riesce a trovare il bandolo della matassa. Nessun leader in campo, nessuno capace di prendersi una pur minima responsabilità, nervosismo alle stelle e un Jorginho assolutamente incapace di dettare i tempi di gioco.
La ripresa inizia così come era finito il primo tempo, con un Napoli all’assalto. Qualcosa sembra cambiato nell’atteggiamento dei giocatori: più determinazione e occhi meno spaesati. Benitez decide di effettuare due cambi che si rileveranno determinanti. Al 10’ sostituisce il compassato e confusionario Jorginho con Gabbiadini, dunque una punta al posto di un mediano, e al 24’ un positivo ma stanco Insigne (a proposito: chi si aspettava un ritorno del genere dopo un infortunio di tale gravità) con Mertens. Non è un caso che al ’25 minuto, dopo l’ennesimo batti e ribatti nell’area rossonera, Hamsik peschi dal cilindro un bellissimo destro a fil di palo. Napoli finalmente in vantaggio, le preoccupazioni del primo tempo sembrano solo un brutto ricordo. Dopo quattro minuti l’asse Mertens, Gabbiadini, Higuian confeziona il raddoppio: il belga effettua un insidioso cross basso, l’ex attaccante della Sampdoria fa un velo magnifico e Higuian con un tiro perentorio fissa il punteggio sul 2-0.
Ormai il Milan è alle corde e il 3-0 sembra solo questione di minuti. Al 31’ dopo l’ennesimo miracolo di Diego Lopez, il migliore dei suoi, un sopraffino colpo di tacco di Gabbiadini gonfia la rete. In soli sette minuti il Napoli scaccia ansie e paure e ritorna prepotentemente in corsa per il 3° posto. Benitez “azzecca” i cambi e i nuovi entrati ripagano la fiducia dell’allenatore mutando il volto al match. La partita è chiusa e solo l’ennesimo intervento di Diego Lopez evita un passivo più pesante per i rossoneri. Siamo oramai giunti nella fase calda, a questo punto della stagione è vietato sbagliare ancora. Ci sono da giocare quattro partite di campionato e la Lazio (più che la Roma), che con tutto il rispetto non è il Barcellona, ha un calendario tutt’altro che semplice. Ci sono poi i due incontri validi per la semifinale di Europa League con il Dnipro. Con questa squadra è lecito sperare a patto che si evitino gli errori visti a Palermo, a Verona e ad Empoli. Il primo “ostacolo” che il Napoli deve affrontare non è il gioco degli avversari, bensì è il Napoli stesso: troppe volte nelle sfide decisive sono venute meno le motivazioni. Troppe volte si è notata una squadra priva di carattere. Oltre che sul fisico Benitez dovrà lavorare sui nervi dei giocatori. La locuzione “mens sana in corpore sano” vale più che mai in questo momento.

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