Una classifica così balenante urla alla passione dei tifosi. Perché Atalanta e Napoli e poi Lazio e Inter sono immagini di una volata a quattro di quel ciclismo d’attacchi e d’avventura, di biciclette che sferragliano in un romanzo su due ruote. Certo, in quattro anche in questo calcio soffrono e vincono, ma con le loro filosofie di gioco, tutte giuste. Ma sempre alla ricerca di equilibri tattici che a volte si perdono e poi si trovano.
Prendete l’Atalanta con le sue undici vittorie di fila e con l’ultima che è stata una vittoria da tremarella. E poi l’Inter a corrente alternata con le sue due squadre, perché comunque cambi sono tutti titolari di fatto. E poi ancora il Napoli che subiva troppo e che ora lesina sui gol presi: appena 12. E dietro tutto ciò , perché ultimo… difensore, c’è lui: Alex Meret, il portiere. È una delle certezze del Napoli di Conte . E soprattutto è uno dei pochi a non scendere mai sotto standard. Al contrario: la sua crescita è sotto gli occhi di tutti, sbalorditiva, come la quotazione di marcato. Gambe e voli, parate e rigori mandati all’aria. L’ultima impresa, quella di sabato a Genova, ha salvato la pelle al Napoli in un pomeriggio di ansia e timori che poteva trasformarsi in un altro piccolo inferno di questa stagione. Il Natale è salvo, anche se come ha detto Conte: «non può essere sereno, perché c’è da imparare dai propri errori». E Meret, il portiere friulano. austero e immancabile, rimedia, una partita sì e una pure, alle peripezie della sua squadra.
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