Il risveglio del Napoli avrà pure molti padri, ma un dato salta fuori ed è lampante: non c’è nulla di banale in questi 180’ minuti che vanno dall’assalto alla Fiorentina a quello al Wolfsburg. Non era e non è prevedibile un concerto così ben assortito, con gli assoli d’attacco e d’avventura, perché era tutt’altro che immaginabile che in cinque giorni il Napoli – stremato e senz’anima – inventasse le sue due partite perfette. Già, ma cos’è successo? Cos’è cambiato nel giro di qualche notte e qualche giorno? Beh, a parte qualche demerito dell’arbitro e degli avversari, finalmente non s’è rinunciato alla qualità. Come troppe volte è accaduto. E quando la classe di Hamsik e Higuain, e poi quella di Mertens, Insigne e Gabbiadini prende in mano la partita non c’è ragione di dubitare di questo Napoli. Insomma, siamo tutti figli della bellezza, e del “made in Italy”. E di quelle virtù che pure nel calcio fanno la differenza. Verticalizzazioni e italianissimi contropiedi compresi. È così che nascono le nostre grandi notti in Europa, come quella della Juve a Dortmund. Tuttavia nel Napoli c’è qualcosa in più: ci sono i sei gol, da quando ha vestito l’azzurro, del giovane Gabbiadini, poi c’è la potenza tecnica di Higuain (24 centri tra Italia e Europa) e, poi ancora, ci sono i gol di Hamsik: undici in stagione, uno ogni partita e mezza per minuti disputati. Avesse giocato di più il nostro Marek avrebbe avuto una media ancor più alta, forse la migliore di sempre, da quando non era, come quest’anno, sostituto con eccessiva pedanteria. Rammarico? No, in una notte di festa non c’è spazio per pensieri tristi, ma di deduzioni forse sì. E, allora, che il Napoli non rinunci mai più ai propri calciatori di pregio, in Italia e in Europa. Dunque – e stanotte possiamo dirlo- , buona semifinale ragazzi con la maglia dei colori del mare. Giocando così e con i migliori sempre in campo avreste meritato pure di più.