Caprile su Meret: "Non c'è una dote singola, ma imparo da lui ogni giorno"

Durante la trasmissione "A Pranzo con Chiariello", in onda su CRC, radio ufficiale della SSC Napoli, è stato ospite il portiere azzurro Elia Caprile, che ha parlato in esclusiva del suo ruolo e dell'attuale stagione. Caprile ha esordito dicendo: "Il fatto che subiamo pochi tiri è indicativo della compattezza della squadra. Questo risultato non dipende solo dal portiere o dalla difesa, ma dall'impegno collettivo. Tutti ci muoviamo in modo coordinato e il mister ci sprona a restare uniti. Probabilmente, è questo il nostro segreto".

Riguardo al suo ruolo nella gestione della difesa, Caprile ha spiegato: "Cosa dico ai difensori? Come portiere, seguo i movimenti degli attaccanti avversari, ho una visione completa del campo e posso dare indicazioni utili. Allo stesso tempo, i difensori mi supportano nella gestione del pallone, quindi ci aiutiamo a vicenda".

Caprile ha poi elogiato il compagno di squadra Giovanni Di Lorenzo, dichiarando: "In allenamento, Buongiorno si comporta esattamente come in partita. È un fenomeno, lo dimostra ogni giorno sia dentro che fuori dal campo. È un grande lavoratore e merita tutto ciò che sta ottenendo".

Parlando delle sfide del ruolo, Caprile ha sottolineato la difficoltà di giocare in una squadra che concede pochi tiri: "Il salto in una squadra del genere è particolare e complicato. La sfida più grande è rimanere concentrato, sapendo che ci saranno poche occasioni per intervenire, ma devi essere sempre pronto".

Riflettendo sulla sua esperienza al Leeds, Caprile ha aggiunto: "L’esperienza in Inghilterra mi ha formato sia a livello sportivo che personale. Vivere in una nuova nazione, imparare la lingua e affrontare la pandemia da solo mi hanno fatto crescere molto. Ogni allenatore con cui ho lavorato mi ha lasciato qualcosa, migliorandomi sia tecnicamente che sul piano umano".

Caprile ha anche parlato del suo modello di riferimento, Stefano Sorrentino: "Stefano è stato il primo grande portiere con cui mi sono allenato, avevo 17 anni. Da lui ho capito cosa significa allenarsi in Serie A e avere la giusta mentalità. Questo ha cambiato il mio approccio agli allenamenti. Tra gli italiani, il mio idolo è Buffon, ma ci sono anche portieri più recenti a cui mi ispiro".

Sul cambiamento del ruolo del portiere nel calcio moderno, Caprile ha osservato: "Il gioco dal basso, stare più alti in campo e uscire dall’area sono ormai elementi essenziali del nostro ruolo. Lavoriamo su questi aspetti ogni giorno, per essere pronti quando ci viene chiesto di metterli in pratica in partita".

Caprile ha poi parlato del difensore Vasquez, che milita nell’Empoli: "Sono felice per la stagione che sta facendo. Mi dicono che sia un ragazzo straordinario e gli auguro il meglio, anche se magari contro di noi un po' meno!"

Riguardo al rapporto con il collega Alex Meret, Caprile ha detto: "Allenarmi con lui ogni giorno è una fortuna. Non c'è una dote specifica che vorrei rubargli, ma osservo ogni suo movimento con attenzione, cercando di imparare il più possibile".

Concludendo, Caprile ha riflettuto sul suo legame con la città di Napoli: "Essere cresciuto qui mi ha aiutato a comprendere subito i pregi e i difetti della città. A Napoli mi trovo benissimo, e ciò che mi fa sentire ancora più napoletano è il fatto che amo mangiare. Il mister forse non sarà contento di questa mia passione, ma a Napoli si mangia davvero bene e sono felice di far parte di questa squadra".

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