Bisogna ringraziare De Laurentiis: il caso Parma fa riflettere

De Laurentiis sì, De Laurentiis no. Questo è l'enigma che separa la tifoseria napoletana, di cui una parte ha sempre accusato il patron azzurro di non aver fatto molti investimenti. Infatti la suddetta parte di tifoseria imputa a De Laurentiis i maggiori fallimenti azzurri, come scudetti non vinti e sconfitte inattese (esempio Bilbao). A Napoli non arrivano campioni, perchè in Serie A ce ne sono? Escludendo Tevez (Juventus) e Higuan (Napoli, appunto), dove sono questi big? Troviamo i vari Pogba e Salah che probabilmente lo saranno in futuro, ma di affermati l'Italia non ne vede già da qualche anno. Eppure De Laurentiis viene sempre imputato come causa principale dei non successi del Napoli. Poi c'è il Parma che di investimenti ne ha fatti creando anche una buona squadra, ma poi? Ci sono i debiti che portano al collasso qualsiasi società, non solo calcistica ma questa è un'altra storia. Poi c'è l'Inter che dal Triplete è divenuta una squadra abbastanza miediocre e indebitata sino al collo al punto che Moratti (presidente-tifoso) ha dovuto cedere le sue azioni di magioranza al gruppo Thohir. L'imprenditore indonesiano, anch'egli accusato degli scarsi investimenti dalla tifoseria nerazzurra, ha dovuto versare ben 90 milioni nelle casse dell'Inter per assottigliare il materasso di debiti. Poi c'è il Milan di Berlusconi che è lontano da quello di Allegri e fatica a fare punti anche contro il Cesena, anche qui i debiti ci sono ma non si vedono. I tifosi, certo, vorrebbero sempre la propria squadra in vetta alla classifica e vedere i vari Ronaldo e Messi vestire la maglia della squadre del loro cuore, ma i sogni si chiamano così per restare tali. Poi butti uno squardo all'Europa e noti il Barcellona dei sogni punito dall'Uefa con il blocco del mercato a causa dei debiti. Si "salvano" il Real Madrid, il Psg e il Manchester City grazie ai loro presidenti che non hanno uno Zingarelli con il termine "debito". Poi torni in Italia e sbalordisce ciò che sta accadendo a Parma, una squadra costruita per arrivare in Europa ma che lotta per non fallire. Basti pensare che i giocatori si portano a casa le casacche visto che la lavanderia neanche funziona. Poi torni al Sud Italia e scopri che il Napoli è l'unica squadra fra quelle che competono in Europa ad avere un bilancio in attivo. Non si vincono scudetti o coppe con questo primato ma si evitano episodi come Parma. Il Napoli, dopo il brutto periodo del fallimento, è tornato fra le grandi d'Italia e d'Europa in pochi anni grazie alla splendida gestione De Laurentiis superando i grandi club del Nord come Milan e Inter. Quando si recrimina a uno scudetto non vinto basti pensare anche a un possibile fallimento evitato. Il Napoli non è la Juventus, non è una società ricca per cui il suo patrimonio deve essere gestito bene e con un po' di pazienza anche i successi arrivano. Per adesso accontetiamoci della Coppa Italia che fa numero nel nostro palmares poi arriveranno anche gli scudetti e le coppe europee ma diamo tempo al tempo. Quando il Napoli fallisce un obiettivo ricordiamoci del post Ferlaino-Naldi, ricordiamoci di Cragnotti, di Cecchi Gori e del Parma. Ricordiamoci che il Napoli, la FIorentina, la Lazio e anche il Parma degli anni d'oro sono state squadre vincenti e che si erano opposte allo strapotere delle grandi. Erano vincenti ma nel breve periodo e poi hanno vissutto tutte il fallimento e sono ripartite dal fondo: chi dalla serie b e chi dalla c. Io voglio un Napoli vincente ma nel lungo periodo e che tenga sempre testa alla Juventus, non voglio più che la nostra maglia subisca certe umiliazioni di categoria. De Laurentiis sì, De Laurentiis no, presidente tifoso o imprenditore. Io dico grazie ad Aurelio.

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