Dopo la sosta per i Mondiali di Qatar 2022, le squadre di Serie A si preparano al ritorno in campo. Ne ha parlato l'ex allenatore di Napoli e Inter, Rafa Benitez, in una intervista a Repubblica: "Dopo una pausa così lunga alcune squadre potrebbero faticare a ritrovare il passo. Ma chi fin qui ha puntato sull'intensità, guadagnerà dalla pausa, che restituirà energie. Sarà importante la rotazione nell'impiego dei giocatori, ma più nella parte finale dei tornei. Adesso le squadre cercheranno continuità, puntando sui calciatori più affidabili. Solo chi ha avuto tanti giocatori impegnati negli ultimi turni del Mondiale dovrà ruotare di più".
In questo Napoli c'è ancora qualcosa della sua squadra del 2013-2015?
"La mentalità. Anche in Champions non si accontenta di fare bella figura, vuole vincere. Negli anni ha avuto ottimi allenatori e buoni calciatori".
Vincerà lo scudetto?
"Non voglio passare per menagramo, evito di esprimermi. Di certo ha quello che serve: entusiasmo, qualità, approccio. E la sosta mondiale potrebbe giovarle".
Quali giocatori di questo Napoli sarebbero titolari in Premier?
"Ne ha in ogni ruolo. Osimhen, ad esempio, giocherebbe pressoché ovunque".
Milan, Juve, Inter, Atalanta, Roma, Lazio. Quali sono le più pericolose per il Napoli?
"Il Milan ha fatto un grande lavoro. La Juve non va mai data per vinta. L'Inter è bene attrezzata. Ma l'unica vera rivale del Napoli è il Napoli".
Le piacciono i maxi-recuperi sperimentati in Qatar?
"Sì. Il tempo perso va recuperato. Non mi piacciono invece le cinque sostituzioni. Spezzano le partite e le alterano, favorendo chi ha riserve di alto livello. Si facciano nelle partite internazionali, ma non nelle competizioni locali, dove le differenze di rosa sono maggiori".
E l'idea del tempo effettivo, come nel basket, le piace?
"No. Non risolverebbe il problema delle interruzioni tattiche. Anzi, paradossalmente il ritmo della gara potrebbe risultare ancor più spezzettato".
C'è un giocatore che l'ha sorpresa al Mondiale?
"Alcuni sono stati fondamentali per le proprie squadre. Julián Álvarez per l'Argentina, Giroud per la Francia, Amrabat per il Marocco".
Le piacerebbe di più allenare Messi o Mbappé?
"Allenare i migliori è sempre una sfida. Dovrei conoscerli però. Di Messi un'idea me la sono fatta, grazie al comune amico Mascherano: è incredibilmente una persona normale. Di Mbappé so poco".
E tra gli italiani?
"Al Napoli ho avuto la fortuna di lavorare con Insigne. Ero un fan di Pirlo. Oggi mi piace Verratti. È intelligente, sa cosa fare".
All'Inter vinse la Supercoppa italiana e il Mondiale per club, ma fu esonerato. Se potesse tornare indietro, farebbe qualcosa di diverso?
"Sbagliai ad accettare di allenare senza poter fare mercato, a causa del financial fair play. Una situazione simile l'ho trovata all'Everton dove, dopo anni di grandi spese, non potevano più investire".
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