Bellinazzo: "Napoli azienda troppo snella. Servono investimenti"

Leonardo Vivard ha intervistato in esclusiva per toniiavarone.it Marco Bellinazzo del Sole 24 Ore. Fatturato e possibilità di crescita economico-sportiva del Napoli sono argomenti all’ordine del giorno. Ecco quanto dichiarato.

 

Dal bilancio 2015 si evince un calo del fatturato del 40% da 237 a 143 milioni di euro rispetto alla stagione precedente. A Cosa è  dovuto?

Il calo del fatturato non è una sorpresa rispetto a quelle che erano le proiezioni. Il Napoli risente della mancanza di investimenti nel medio e lungo periodo. Questo si traduce in un fatturato ordinario stabile e mai in ascesa. L'anno prossimo ci sarà un lieve rialzo per il nuoco contratto riguardante i diritti tv. Ma senza Champions non ci si schioderà da questo livello. Dipendere esclusivamente dal calcio condiziona l'aspetto economico dell'azienda. Il livello dei ricavi da stadio è in calo così come gli sponsor che da qualche anno non crescono. A tal proposito vorrei anticipare che ci sono colloqui in atto perchè probabilmente Lete e Garofalo non saranno più gli sponsor per la prossima stagione (vedi ultima domanda per approfondimento). Le uniche due leve su cui puoi agire sono ricavi da stadio e ricavi da sponsor. I ricavi da stadio  dipendono dal numero di abbonati che è diminuito spaventosamente.

 

Quanto può incidere anche sul piano sportivo questa flessione?

La cosa preoccupante è il rapporto tra fatturato strutturale e costi strutturali d’azienda. Avendo un fatturato di 140 e dei costi di 130 è intuibile che si riducono al lumicino le altre spese. Il Napoli pagava 9 milioni Benitez e il suo staff e un solo milione tutti gli altri tecnici del settore giovanile dovendo risparmiare troppo sui giovani. Quei 10 milioni di differenza servono proprio ad investire in infrastrutture, personale per giovanili. E rappresentano una fetta troppo piccola della torta. Questo conto economico 2015 ha costretto a ridurre anche i compensi agli amministratori da 5.5 a un milione di euro. De Laurentiis si è auto tagliato i dividendi e li ha tagliati a tutto il Cda. Non possiamo soffermarci suolo sul 2015 però. La condizione di un’azienda si misura anche a lungo termine. Se andiamo a vedere la patrimonialiazzione noteremo che De Laurentiis ha accumulato riserve in otto anni di utili. Non dobbiamo basarci solo sul conto economico anno per anno, sarebbe una stima errata. Ma il rischio è che se non si raggiungono obiettivi importanti dal punto di vista sportivo si va in contro alla cessione di calciatori. Infatti l'unico elemento patrimoniale d’azienda è il parco giocatori e questo rappresenta un limite. 

 

In tutte le società sono presenti professionisti per ciascun settore aziendale. C’è chi si occupa del marketing, chi delle infrastrutture, chi dei progetti sportivi, chi delle sponsorizzazioni. Perché questi compiti nel Napoli sono ripartiti tra De Laurentiis e Chiavelli?

Chiavelli è un professionista, molto preparato ma non può ricoprire tutti i ruoli. Non dobbiamo imputare a lui certe colpe. Se hai 130 milioni di costi per giocatori e 140 di ricavi è evidente che non puoi allestire una società che abbia le risorse per investire in mercati internazionali. A Napoli mancano molte figure aziendali. E' un'impresa a conduzione familiare, questa non è una mia critica ma un dato di fatto. Così non si pongono le basi per costruire qualcosa di veramente importante. 

 

Perché non vengono stipulati contratti di sponsorizzazione con partner di livello internazionale?

Occorre offrire qualcosa al grande sponsor. Per espandere il brand deve essere effettuata una commercializzazione del marchio Napoli. Per le squadre di calcio un grande elemento facilitatore sono le vittorie, i trofei e le tournèe. Ma in questo senso non ha ottenuto grandi risultati a livello internazione ed evidentemente non ha le strutture adeguate per compiti così importanti. Non si improvvisa niente, ci vogliono strategie di marketing, assunzioni. E a Napoli manca chi si occupa di certi settori.

 

Il Napoli potrà risalire sul piano economico?

La Juve ambisce ad arrivare a 300 milioni di euro di fatturato per competere contro le grandi potenze europee che sono già a 500 milioni e passa di fatturato strutturale. Il Napoliha un buon passato alle spalle. Quella però, era una crescita quasi fisiologica. I meriti vanno riconosciuti al presidente De Laurentiis per aver tenuto i conti in ordine, ma il passo successivo per far crescere questo fatturato strutturale è la crescita di investimenti. Più questi investimenti si ritardano più il termine sarà lungo per vederne i risultati. Io so che a  Napoli è più difficile effettuare progetti, ma non è possibile posticipare così tanto la ristrutturazione del San Paolo. Sono emersi dalle carte investimenti di 20 milioni di euro da parte del Napoli, ma quelli non sono investimenti strutturali.  Servono assolutamente cifre più alte per aumentare i volumi di affari di questa società, altrimenti quel grande passo non si farà mai.

 

Questo bilancio avrà un riscontro negativo sul mercato di gennaio?

Ci sarà parsimonia come sempre ma non dovuta ai risultati economici del 2015. Il Napoli cercherà di piazzare giocatori che costano molto dal punto di vista dell'ingaggio come Zuniga e De Guzman, questo alleggerirà le spese della società e permetterà di piazzare qualche colpo in entrata per rinforzare la rosa.

 

 

 

Dislike non mi piace
0

Calciomercato

Le Opinioni

Serie A

Scroll to Top