Bastano un poco di Meret e Milik e la pillola va giù

Cinici? Differenza di valori? Segnali di ripresa? Quel che resta di Napoli-Verona si racchiude in poche parole: il Verona fa buon calcio, sbaglia gol e il Napoli ne segna due con Milik. Il migliore è Meret, che salva tre volte in pocecondi. Tuttavia il match lo si può definire in maniera ancora più asciutta: sono bastati l'attaccante e il portiere per tornare a galla. Ovviamente serve qualcosa in più, ma per adesso ci si può accontentare se non di tutto, almeno del risultato. Per la qualità di cui dispone (tanta, come mai prima), la banda Ancelotti può e deve avere una identità più definita. Questo caro timido Napoli non riesce a dimostrare la propria grandezza. Si lascia guardare, spesso vanaglorioso e altrettante volte resta a guardare. Ogni cosa gli passa sopra la testa, anche la gestione della partita col Verona. Nella quale, come i bambini, si nasconde timoroso dietro l’angolo, per poi sbucare alle spalle e fare “buu”: i due gol. Non è per prendersela con Milik che stavolta ci ha dato dentro, nel suo piccolo o grande che sia. Il fatto è che una parte del Napoli, quando c’è da impossessarsi delle partite non c’è. Segnali buoni, però, vanno colti, come il ritorno al gol di Milik, che da stasera sembra reinventarci un diverso destino. Chissà se per qualcuno di questi passettini in avanti abbia contribuito Aurelio de Laurentiis. A modo suo, ovviamente. Che è sempre un po’estremo e sopra le righe, ha lanciato un bel po’ di strali ai suoi “top player”. È il presidente del Napoli e ne conosce realtà, malumori ed esuberanze. Magari nelle relazioni interne perdura qualcosa che esternamente non si percepisce e lui ha sentito il bisogno di intervenire e chiarire. Per adesso si intravede una manciata di benessere. E tanto per restare su corde aureliane: chi vivrà, vedrà.

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