Quell’incertezza negli ultimi venti metri

Se è vero che le imprese nello sport verranno ricordate per due o tre cose, allora il Napoli resterà nella memoria collettiva come la squadra più extra large, visto l’enorme vantaggio accumulato.  È bene premettere che i soli quattro punti nelle ultime tre partite non incideranno sulla classifica e neppure sul futuro prossimo venturo. Del resto i campionati non si vincono giocando sempre e solo a meraviglia e producendo gol a raffica: il piatto forte è la regolarità e il Napoli ne è un bravo interprete. 

Tuttavia, al di là della dovuta e meritevole considerazione, c’è da leggere tra le righe di Napoli-Verona 0-0. 

Fatte, dunque, tutte le premesse del caso, bisogna analizzare una particella della Spalletti band che va perfezionata: l’alternativa tattica negli ultimi venti metri. Già, perché senza Osimhen e con attaccanti di diversa tipologia, la squadra, pur manovrando bene, fatica a trovare il guizzo, il valore aggiunto del gol. Prendiamo Raspadori, tra i migliori attaccanti italiani: non è giocatore che si bea degli spazi ampi (come Osimhen). Al contrario, bisogna assisterlo sul passaggio corto e rapido. Occorre per uno come lui un Napoli dai ritmi alti. E non come quello visto negli ultimi tempi: un Napoli che, senza il suo centravanti “mascherato”, prende sì a “pallettate” gli avversari, ma senza costrutto.

Finalino sull’insostenibile leggerezza del possesso palla. Ci dispiace per gli oltranzisti di questa statistica: il Napoli oggi ha messo insieme l’80% del “possesso”. Dato, purtroppo, inversamente proporzionale al risultato. A che serve, quindi, bearsi di certe alte percentuali ? A nulla o a poco. Sono numeri sbilanciati che, nel caso di Napoli-Verona 0-0, danno solo l’idea di una squadra caricata a salve.

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