​I sorrisi del campo e il lavorio sul mercato

I giorni burrascosi del dopo Verona hanno aggiunto fascino ulteriore a una vittoria limpida sul Bologna. Un altro Napoli, quello di stasera. Conte ha preso atto dei mattoni che gli sono rimasti e costruisce la casa evitando improbabili ulteriori crolli. Ha impostato la squadra su dinamismo e muscoli. Manca lo specialista negli ultimi metri? Allora al gol si arriva rubando palla vicino all’area avversaria o portando tanti giocatori in fase offensiva. Meno palleggio e più attacco verticale, quando è possibile. Ed è possibile quando Kvaratskhelia sperimenta e bene la sua nuova posizione in campo. E poi la solidità ritrovata in difesa e centrocampo, là dove nasce il gioco.
Ma il motivo dei ricorrenti richiami nelle analisi della realtà (il mercato soprattutto) non è affatto terminato. Perché quell’elegia del sogno “Contiano” non ci rimanda solo alla serenità del campo: ce ne narra la campagna acquisti e cessioni in via di esaurimento. Insomma, una sorta di memento. Sulla leva finanziaria del Napoli c’è un equivoco fatale: il caso Osimhen, un forziere da 130 milioni ormai semivuoto.  Il bomber dello scudetto l’anno passato ha deluso. Lunghe assenze, discontinuo nel rendimento, cifre in calo.
Venticinque gare, 15 gol. Ma, con o senza Osimhen, De Laurentiis sa come ribaltare la scena. Lukaku è poi Gilmour e McTominay.  E poi ancora il lungo elenco di cessioni. C’è ancora tanto fare per togliere il Napoli dal corto circuito di mercato. 

 

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