Una caduta di stile

Il Napoli spreca l’ennesima occasione pareggiando 2 a 2 al Tardini con una squadra già retrocessa sul campo e sotto curatela fallimentare.
Il Parma di Donandoni gioca una gara gagliarda contro una squadra molle, svogliata e senza idee. Eppure ci si giocava tanto, vincere avrebbe significato avvicinare la Roma a meno 2 e la Lazio a meno 1, nell’attesa del posticipo tra i biancocelesti e l’Inter.
Non c’è molto da commentare dopo questa incomprensibile figuraccia in una stagione scandita da alti e bassi. Dove i bassi spesso e volentieri sono coincisi con prestazioni inguardabili contro squadre di livello inferiore (Verona, Palermo, Cagliari, Empoli, Chievo, Torino, Atalanta e Udinese).
Dopo il triplice fischio finale alcuni comportamenti dello staff azzurro non si sono distinti per educazione e rispetto dell’avversario.
L'allenatore del Parma infatti ha rilasciato alcune dichiarazioni a Sky al termine della partita. Ecco i principali aspetti evidenziati: "Chi era in campo ha sentito cosa si sono permessi di dire i dirigenti e giocatori del Napoli. Se non sono riusciti a vincere non se la devono prendere con noi! Quello che è successo al termine della partita è vergognoso! I miei ragazzi hanno rinunciato al 75% dello stipendio e in campo vedono queste schifezze!".
Oltre il danno la beffa, tralasciando le reazioni a caldo dei giocatori, i dirigenti azzurri avrebbero non solo dovuto richiamare all’ordine i propri atleti, ma avrebbero dovuto fare i complimenti allo staff crociato.
Questo episodio mi ha ricordato un partita di campionato qualche hanno fa, precisamente del 15/03/1998. Stadio Delle Alpi, il Napoli, protagonista fino ad allora di una stagione disastrosa, fermò la Juventus vicina al suo 25° titolo. Ai goal di Del Piero e di un giovanissimo Zalayeta risposero Turrini e Protti.
A fine gara Luciano Moggi, all’epoca DG della Juventus, si avvicinò ad alcuni delegati azzurri chiedendogli come si fossero permessi, essendo già retrocessi, di togliere punti preziosi ai bianconeri. Questo episodio testimonia il modo di fare e soprattutto di pensare di Big Luciano.
Il comportamento a Parma dei dirigenti del Napoli mi ha ricordato quello di Moggi. Sinceramente che i rappresentanti della mia squadra abbiano lo stesso atteggiamento dell’ex dirigente bianconero proprio non mi va giù. Così come non mi vanno giù coloro che lo invitano nelle trasmissioni televisive o radiofoniche lodandolo a dismisura.
Un buon dirigente, dopo lo scempio visto in campo, ha il dovere di prendersela con i suoi. Di chiudere la squadra per una buona mezzora nello spogliatoio e di fare la voce grossa.
Chiusa la parentesi “comportamentale”, passiamo alle raccomandazioni. Da adesso non solo è vietato sbagliare (ma lo abbiamo detto decine di volte), da adesso è vietato entrare in campo senza voglia e senza mentalità. Giovedì ci si gioca l’ingresso in finale di Europa League. All’Olympiyskiy di Kiev, contro il Dnipro, dovrà essere una battaglia, senza esclusione di colpi. E il Napoli dovrà dimostrare sul campo la superiorità sulla carta.
Per quel che concerne il campionato occorre vincere le ultime tre partite di campionato confidando in possibili scivoloni dei diretti avversari. Ad maiora, speriamo.

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