Da pochi minuti si è conclusa la prima conferenza stampa del 2023 di Luciano Spalletti, alla vigilia del big match contro l'Inter di Simone Inzaghi che si terrà domani sera alle 20:45 a San Siro.
Ecco le parole del tecnico partenopeo:
"Abbiamo sviluppato questo periodo di break quello che dovevamo fare. Siamo andati a lavorare in profondità su tutte quelle qualità che ci vogliono valutando singolarmente il calciatore reduce dalle vacanze ed al mondiale per applicare un lavoro. Ho avuto buonissime risposte. Come ho detto, per noi non è un ripartire perchè con la testa siamo rimasti là dove avevamo lasciato. Abbiamo iniziato questo bellissimo viaggio un anno e mezzo fa, da quando sono qui è un bellissimo viaggio questo qui. in questo viaggio non ci sono stazioni o fermate, ci fermeremo solo quando sapremo come andrà a finire. Per il ruolo che abbiamo noi non pensiamo ad alcun tipo di complotto. Però se in tanti e spesso tirate fuori questi discorsi è segno che il nostro sistema è migliorabile perchè voi mi dite di dubbi che sentite dire o percepite. Probabilmente in un momento dove la credibilità deve essere prima qualità in un momento particolare del calcio bisogna andare a lavorare con estrema attenzione. Tutti noi bisogna essere bravi a quelli che sono tutti i comportamenti per non alimentare questi dubbi. noi dobbiamo fare allo stesso modo, usare l'amore di Napoli per questo sport, usare la nostra voglia di dare felicità a chi ci vuole bene. E poi giocare delle belle partite".
Amichevole con la Juve Stabia?
"La Juve Stabia è stato un avversario di tutto rispetto. Kvara e Lobo hanno fatto prestazione di buon livello per quel tempo che li ho tenuti dentro. Si va tranquilli nella loro prestazione. Kvara si gestisce da solo, è un bravo ragazzo, è uno che ha qualità di imprevedibilità che fa diventare una situazione normale eccezionale. Quindi per noi è un grande valore aggiunto. Sono questi i calciatori che determinano dal niente l'occasione di gara senza aver bisogno di schemi, compagni ed altro".
La designazione di Sozza?
"Si torna a fare stessi discorsi di prima. Dobbiamo comportarci meglio tutti e pensare in maniera corretta tutta. Questo far pèarte di un modo di ragionare da eliminare".
Su Rrahmani e la condizione fisica
"Forse è quello che andrà giudicato nella prestazione per la delicatezza del periodo che ha attraversato. Quindi ci vorrà la partita per trarre conclusioni sulla condizione. E' chiaro per me diventa facile che ha sviluppato tutto con rientro graduale, noi siamo fiduciosi main questo caso serve risultato della prestazione. Non arriviamo a giocare domani e dopo forti della posizione in classifica o forti di non aver mai perso o di quelle che sono le statistiche. Ci arriviamo forti dalla consapevolezza di ciò che sappiamo fare in campo. L'allenatore va a ripetere che è quella la cosa importante. Su questo andremo a sviluppare le prossime gare. Andando ad analizzare quella di domani non è che ti possa salvare quanto fatto ma quello che riusciremo a risviluppare dentro la gara cercando delle cose nuove che ricalcano quanto fatto negli allenamenti, la disponibilità di andarsi a confrontare. Voglio essere sotto pressione al massimo per quello che è il mio lavoro, la mia testa. Quando lavoro sono sempre sotto pressione e sono felice così. Quando sei al massimo mi aspetto una risposta corretta per quelle che sono le attese dei nostri tifosi da parte dei calciatori. Li penso tutti al top".
Sulla sfida contro l'Inter
"L'Inter è una squadra di livello top che negli ultimi anni ha fatto investimenti da club top europeo. Ha una grande capacità di dilatare facilmente il campo sia per ampiezza che per profondità. E' una squadra che sa chiudersi e lascia sempre per tutta la gara il doppio centravanti. Ireduci dal Mondiale stanno tutti bene, forse c'è quello che sta benissimo e quello che sta bene e basta, ma sono tutti pronti a giocare questa grande sfida, lo sappiamo da quando è uscito il calendario che sarebbe stata una grande sfida. Noi siamo entrati in una fase eccitante e godibile del nostro lavoro, siamo in un grande campionato a giocarcelo con le altre. Non è una sfida solo della squadra, ma di una città intera, solo le grandi sfide consegnano a chi le affronta in maniera corretta una grandezza. Si diventa grandi nelle grandi sfide, se si vanno a usare tutte le nostre qualità, dobbiamo essere più forti di tutto, scetticismo, pregiudizio, pure le paure di chi ci vuole bene. Dobbiamo giocare liberi da tutto, senza dubbi così ci metteremo qualcosa di più, sapendo che lo facciamo per l'orgoglio della nostra città intera e per quello che ho visto i calciatori sono dentro questa grande sfida. Quello che dicono gli altri sulla rincorsa per il Napoli non ci provoca nulla, a volte stiamo al gioco per dibattere, dobbiamo essere all’altezza dei valori come la felicità e la follia di Napoli. Sono valori importantissimi. Quello che sviluppiamo può far felice bambini, ragazzi, persone molto meno fortunate, dev’essere una molla. Sono tutte bischerate il resto, a volte dobbiamo prenderlo in considerazione, abbiamo un pezzo di campionato lunghissimo, i calciatori sanno che attraverso le prestazioni possono ritagliarsi dei momenti fondamentali, indelebili della loro vita".
Credibilità calcio italiano dopo caso D'Onofrio e inchiesta Prisma?
"Andrebbero sviluppate con molto tempo, bisogna sempre domandarci se tutti stiamo facendo del nostro meglio affinché sia un calcio più credibile, potendo usare il calcio anche per il sociale. Non so se si può andare nelle situazioni con una frase in una conferenza rivolta alla gara con l'Inter, la cosa fondamentale è quella, poi ci sarà tempo per approfondire, ma in questo momento parliamo della partita".
Analogie Napoli-Argentina?
"Lo scudetto è un po' la vostra ossessione, non la mia, si va sempre a finire lì. La mia ossessione è vedere impazzire di gioia questa città, ho imparato anche io ad essere napoletano, mi sono accorto che già lo ero abbastanza e questo veder esplodere la città di gioia è quello che più mi farebbe piacere al di là dei meriti e degli elogi".
Spalletti, infine, esprime un pensiero anche sulla scomparsa di Pelé
"E' stato un altro dispiacere che abbiamo subito in questo periodo, Messi, Maradona, Pelé, anche se in diverse fasi sono e sono stati calciatori che hanno lasciato un marchio indelebile per le loro qualità tecniche e professionali. Su Pelé volevo fare i complimenti a chi non ha tolto la maglia, su richiesta del giocatore, ma lui era già moderno come persona. Se una maglia si toglie, lo dico a chi resta indietro, poi non si vede più. Il dieci andrebbe fatto vedere più possibile che è di Pelé, alcune cose non le capisco ma complimenti a chi non ha levato il numero di maglia".
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