Ora che pure la sbandata di San Siro va consegnata, per quel che vale, all’almanacco di questa stagione, il Napoli s’affaccia sulla “settimana Juve” con una vittoria, guarda un po’, detta “a muso corto”. Ogni riferimento ad allenatori e squadre avversarie (hahahaha) è puramente casuale.
Certo , non ha compiuto mirabilíe contro la Samp, in campo con Vialli e Mihajlovic stretti nel dolore del cuore, ma tant’è.
È trascorsa una partita non da super Napoli. Questo s’è intravisto solo a tratti: manovra agile, pressing alto, incursioni sulle fasce e dalle face. Cosa pensare? Il Napoli non è più quello bello e insuperabile? Involuzione?
Detto che non ci appassiona chi spiega il calcio con la scienza (sic!) tattica, né con le statistiche e nemmeno quelli che “ci sarebbe la pista della approssimativa condizione fisica”. Ebbene. Il Napoli del 2023 è come un nuotatore di gran fondo, che sulla lunga distanza procede di bracciate, con meno velocità, meno mulinello di gambe: perché si consuma ossigeno. Già, c’è ancora tanto campionato dinanzi alla Spalletti band. Meglio razionalizzare gli animi e le forze. E poi c’è il Napoli che aveva 32 punti in più sulla Sampdoria, e da stasera sono diventati 35. Tra fatti e subiti, c’è una differenza di 46 gol per gli azzurri. La partita di Genova era l’occasione per riprendere subito il cammino: è così è stato.
Infine la giornata infernale sull’A1 scatenata da gruppi di delinquenti - siano o meno
napoletani poco
Importa - che hanno seminato
panico, paura e feriti. Fermiamoci qui. Perché per questa miserabile teppaglia non c’è bisogno di sprecare altre parole, ne bastano un paio: schifo e galera.
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