I perché di una serata storta

Sarri sa come si fa. Purtroppo. Ha interrotto, almeno per un giorno, l’infinita scia che il Napoli lascia dinanzi alle sue inseguitrici. Uno a zero per la Lazio che fa conoscere al Napoli la prima amarezza al Maradona. Risollevare qualche seppur raro sconforto è cosa giusta, così come è doveroso contare i 65 eccezionali punti del Napoli. Insomma, nulla è perso, se non questa partita. Però, e ve ne è sempre uno nelle sconfitte, la serata storta non può essere derubricata troppa frettolosamente. Match modulato tatticamente dalla Lazio, deciso da un eurogol quando il Napoli riacquistava ritmo e velocità. Sarri s’è inventato una partita  difensiva, ma alla sua maniera. Ha saputo interrompere le linee di passaggio in quello che potenzialmente è il punto d’attacco del Napoli: il centrocampo. In pratica la Lazio ha costretto Lobotka e compagni ha dover rinunciare alle verticalizzazioni (unico modo per innescare al meglio le doti di Osimhen). Risultato: confusa ricerca dei corridoi laterali, poche e difficili giocate offensive e impossibilità di bypassare la “maginot” laziale. Il tutto cosparso da un sensibile calo qualitativo del palleggio napoletano. 
Serata difficile anche per Kvara. Tenere viva l’antica arte del dribbling non è semplice. Nemmeno per chi, come lui ha sempre riempito di assist la sacca dei gol del Napoli.
E poi si sapeva che la squadra di Sarri ha la seconda miglior difesa del campionato assieme alla Juventus, ha subito solo 19 reti. Spalletti era consapevole delle difficoltà della partita e non ha avuto perplessità nell’ammetterlo pure dopo la sconfitta. Onore al merito, anche a lui.
toni iavarone

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