Dnipro-Napoli, azzurri a casa con disonore

Mettiamo da parte qualsiasi discorso su arbitri, Uefa e Platini. Il Napoli di Kiev è stato semplicemente indecoroso. 
La partita più importante dell'anno è stata giocata senza mordente, senza la giusta umiltà e senza personalità. Con un Higuain abulico che ha fallito un'occasione facile facile ad inizio gara. Da lì in poi il Pipita ricorderà il peggior Murgita visto a Napoli: mai pericoloso, costantemente anticipato, sempre “spalle alla porta” e senza carattere. 
In queste ore, nella mente del tifoso azzurro, “dubbi e domande si susseguono”. Perché il Real lo ha venduto? Come non rammentare l’opaca prestazione nella finale del Mondiale? Forse il centravanti argentino soffre le partite chiave non garantendo la prestazione perfetta? Forse il forte attaccante non riesce a mantenere alta la tensione e a trovare la giusta concentrazione? Quien sabe.
D’accordo, anche questa volta il gol degli ucraini è ai limiti della regolarità. Ma una squadra quadrata non permette ad un giocatore avversario di conquistare un pallone a centrocampo, farsi 40 metri di corsa e crossare in assoluta solitudine. Stendiamo un velo pietoso poi sulla torsione in area di Seleznyov che ha portato in vantaggio il Dnipro. Un film già visto: tutto nasce da un disimpegno errato “condito” dall’assenza di pressing e dalla scarsa capacità di corsa. Il Napoli prende goal sempre e da chiunque, forse anche l’ultima squadra di pulcini di paese sarebbe capace di perforare i ragazzi di Benitez.
L’assoluta incapacità di finalizzare il gioco getta pesanti ombre sulla squadra azzurra. Il Napoli ancora una volta si è specchiato nel suo sterile tiki taka e ha sottovalutato l’avversario.
La prestazione con gli ucraini è l’emblema di questa pazza stagione degli azzurri. Tra occasioni sprecate, scarso impegno e mancanza di cinismo. L’assenza di un vero leader in campo ha fatto il resto. E tutto questo è sempre accaduto con squadre sulla carta abbordabili, con organici sicuramente inferiori a quello del Napoli. E dal punto di vista tecnico e dal punto vista economico.
Detto ciò, non si possono che fare i complimenti al Dnipro, squadra umile e gruppo coeso. Senza i favori del pronostico ha affrontato la doppia sfida con la giusta concentrazione e ha saputo colpire il Napoli nei suoi punti deboli. Aiuti arbitrali a parte gli ucraini hanno giocato il loro calcio, sapendo di essere meno forti del Napoli ma allo stesso tempo più compatti e solidi.
La forza di un gruppo è riuscita a prevalere sul valore (mai dimostrato nelle due partite) dei singoli.
Ora il gruppo allenato da Markevych, grazie alla abnegazione dimostrata ed ad un pizzico di fortuna, si giocherà tutto nella finale di Varsavia. Si tratta di un miracolo sportivo e comunque vada sarà un successo. Applausi meritati nella speranza che il Napoli faccia un bagno di umiltà e si cosparga il capo di cenere.

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