Il fatto che Luigi Enrico non fosse buono a Roma e che invece a Barcellona si spara un triplete alla stessa maniera in cui io mi sparo le frittatine di pasta da Di Matteo, conferma la teoria secondo la quale l'allenatore si, è importantissimo, ma se hai una squadra forte e coesa, dotata di rapidità e tecnica sopraffina, in panchina ci possiamo stare anche io e Nicola (non l'allenatore del Bari, Nicola mio fratello. Eh appunto.). Vedo poi tanti piccoli Tosatti che nelle ultime ore stanno postando lo storico della carriera di Sarri al fine di evidenziare l'inesperienza in grandi club di costui. Per la serie, "eh, adesso col cambio allenatore sarà difficile vincere lo scudetto, cosa a cui siamo abituati ogni anno". Ebbene, vi invito ad andare a vedere lo storico della carriera di Ottavio Bianchi e di Albertino Bigon. Se poi la vostra paura è che con Sarri andranno via i pezzi da novanta, allora dovrete dirmi quali sono per voi i pezzi da novanta, dato che avete criticato per un anno intero Higuain, Hamsik e Callejon invitandoli a sfanculare. Ormai non ci poniamo più nemmeno il problema del nuovo modulo, dei cambiamenti tattici che ci saranno, del nuovo modo di giocare delll’allenatore. Cioè non ce ne frega un tubo in realtà del pallone in sé, noi vorremmo stare già a maggio 2016 per vedere come andrà a finire, puntando (ovviamente) tutto sul fallimento per poter dire che Sarri nunn'è bbuon. Noi preferiamo il Gratta e Vinci allo scopone scientifico, e questa cosa mi rattrista parecchio. Tutti orientati al risultato, solo ed esclusivamente quello. Risultato che in molti casi non servirà a gioire in maniera autentica, ma sarà solo il pretesto per deridere su Facebook l'amico juventino (amico...). Non abbiamo altro da fare, allora cominciamo a rompere il già dall’8 giugno sulla prossima stagione. Ma sia chiaro, non vi entrerà niente in tasca, non vi assumeranno né al Calcio Napoli né alla Gazzetta dello Sport, quindi mettetevi un costume e portate a ossigenare il deretano ed il cervello (che in alcuni casi sono la stessa cosa). Probabilmente il campionato non lo vinceremo (o si), ma forse rivedremo a Napoli un gruppo unito di giocatori italiani e di medio-buon livello, cioè quelli che con un po' di ciorta, un filo di cazzimma, il giusto ambiente ed un centravanti forte potrebbero farci (almeno) divertire dopo un anno di intensi chitammuorti ispanici. Tanto... cosa abbiamo da perdere? Diamo il benvenuto a Sarri - uomo di calcio - uno che va in panchina con la tuta di acetato, le scarpette nere e le mani in tasca, senza Mont Blanc e senza agendina. E se piove non si asciuga nemmeno gli occhiali, aspetta che esce il sole. Godiamoci lo spaghetto a vongole e rilassiamoci un attimo. Almeno fino a settembre.