L'anno delle emozioni: il Leicester dei sogni, le strane Olimpiadi di Rio e l'addio delle leggende

Un altro anno finisce, ma un altro tutto nuovo sta per incominciare. Il 2016 è stato molto particolare, per certi versi anche strano e difficile da capire da un punto di vista sportivo, ma forse l'unico termine da poter utilizzare per definire questo anno ormai giunto al termine è: emozionante. Ma attenzione, è giusto dire che il termine "emozionante" non significa raccogliere solo emozioni positive, ma anche negative e ce ne sono state parecchie, però procediamo per gradi. Per il calcio italiano è stato un anno emozionante perché si è finalmente visto una corsa a due per lo Scudetto, tra il Napoli di Sarri che ha fatto vedere uno dei giochi più belli d'Europa e la corazzata Juventus, vincitrice finale del campionato dopo aver sudato parecchio per allontanare definitivamente la minaccia azzurra. E' stato l'anno di Higuain, il nuovo recordman di reti in assoluto in un campionato di Serie A con i suoi 36 gol con il Napoli, gioia e dolore nello stesso tempo per i tifosi azzurri che lo vedono andare alla Juventus per la cifra monstre di 90 milioni di euro, tradendo le tante parole di amore scambiate tra lui e i tifosi con il coro "Un giorno all'improvviso". Mai è stato così emozionante il campionato italiano negli ultimi anni, dopo le tante corse solitarie della Juventus che ha dovuto arrendersi a Doha per la seconda volta ai rigori (due anni fa toccò battuta dal Napoli) contro il Milan dalle belle speranze di Vincezo Montella, principale fautore del ritorno alla vittoria dei rossoneri in una competizione italiana come la Supercoppa, quasi certamente l'ultima di Silvio Berlusconi come presidente e Adriano Galliani come amministratore delegato. E' stato l'anno della Milano calcistica targata "Made in China", le principali compagini passate agli asiatici per rilanciare il blasone delle due squadre del capoluogo lombardo, scongiurando per il momento il rischio di diventare decadute blasonate dopo anni senza vittorie. C'è stato il rilancio della Nazionale italiana con Antonio Conte che ha sgretolato tutti i pronostici contro gli azzurri e per un attimo ha sognato anche di vincere quel trofeo, ma si è dovuto arrendere al pragmatismo della Germania, affrontata con eccessivo rispetto da parte dei nostri e se fossero stati sfidato con un pò sfrontatezza, staremo parlando di un altro risultato e forse di un finale diverso della nostra avventura in Francia. Una storia che meritava un continuo quella tra l'allenatore ex Juventus e la Nazionale, ma la vita di Conte come tecnico azzurro non è mai stata semplice per le pretese delle squadre (precisamente la Juventus) della nostra penisola e alla chiamata del Chelsea in Inghilterra, l'allenatore pugliese non si è fatto sfuggire l'occasione e adesso si fa rispettare anche nell'Oltremanica con i suoi Blues in cima al campionato. Però la storia più bella, oltre a quella attuale di Conte, l'ha fatta Claudio Ranieri con il suo Leicester City dei sogni, il simbolo della squadra di calcio vecchio stampo che non spende più di 100 milioni per un calciatore, capace di non farsi influenzare sia dalle voci della stressante stampa inglese che prima li vede come già retrocessi certi e poi come potenziale favola del calcio, fino ad aggiudicarsi il titolo più bello di sempre dopo il pareggio nel derby londinese tra l'inseguitrice Tottenham e il Chelsea. E' stato un Leicester operaio e di Vardy che stendeva da solo le squadre con la sua insaziabile fame di gol dopo anni di sacrifici, dell'instancabile Kantè dai polmoni di ferro e dalla sua cattiveria sul pallone, delle magie di Mahrez capace di levarsi l'etichetta di "giocoliere da circo" o "testa calda" e di rendere la sua imprevidibilità preziosa per la causa, di Ulloa capace di entrare a partita in corso e decidere le partite allo scadere, ma è stato anche il Leicester di Kasper Schmeichel che ha tenuto alto il blasone iniziato da papà Peter nel Manchester United. E' stato il dominio delle spagnole nelle competizione europee, l'ennesimo del Siviglia in Europa League e del Real Madrid in Champions con la propria undicesima coppa dalle grandi orecchie contro l'altra squadra della capitale, l'Atletico di Simeone che è stata ancora beffata in finale dai blancos per la seconda volta. E' stato l'anno del Portogallo vittorioso all'Europeo con Cristiano Ronaldo uscito dal campo con le lacrime di dolore per un infortunio e successivamente rientrato con quelle di gioia per il gol decisivo di Eder ai danni dei padroni di casa della Francia, vittime di un "Maracanazo" europeo per un destino che prima o poi il Portogallo avrebbe realizzato. E' stato l'anno dell'inspiegabile Argentina, due volte in finale di Copa America, super favorita della competizione contro il Cile e uscita sconfitta in tutte due le occasioni dopo i Mondiali in Brasile, con l'etichetta di nazionale più forte del mondo e tra i principali colpevoli Messi e Higuain. Al di là del calcio, è stato anche l'anno delle Olimpiadi di Rio che sono state tutto tranne con quella allegria tipica del popolo sudamericano piegato da una crisi economica molto pesante, peggiorata proprio dalla manifestazione sportiva più importante del mondo. Le Olimpiadi che hanno sancito il tramonto di Federica Pellegrini, uscita senza medaglie per la seconda volta dopo Londra 2012, la consacrazione di Gregorio Paltrinieri con la sua prima medaglia d'oro nei 1500 metri stile libero con Gabriele Detti in terza posizione, la magnificenza di Nicolò Campriani e dei suoi due ori o l'incredibile forza di Elia Viviani nel Ciclismo Pista Omnium con un oro che sa di leggenda, ma mai più belle delle medaglie di Tania Cagnotto che saluta il mondo dello sport nel migliore dei modi. Non dimentichiamo la nazionale di Pallavolo di Ivan Zaytsev e il Beach Volley di Lupo e Nicolai, sconfitti in finale solo dai padroni di casa o del nostro Sette Rosa autore di una grande Olimpiade con un bellissimo argento, la prima volta per la nazionale brasiliana di calcio vincitrice della medaglia d'oro contro la Germania ,"riscattando" il 7-1 della semifinale Mondiali del 2014, ma è stata l'ultima di Usain Bolt, l'uomo più veloce del mondo, e dello squalo Michael Phelps con le sue ultime sei medaglie. C'è stato anche l'addio al calcio di Steven Gerrard, storico capitano e bandiera del Liverpool, ma è stato anche l'anno degli addii come quello di Cesare Maldini, storico capitano del Milan e padre di un altro campione del calcio come Paolo Maldini, della leggenda del calcio come il "Pelè Bianco" Johann Cruyff che è stato una delle icone del calcio moderno e quello più doloroso dell'icona del pugilato Cassius Clay o, come si voleva far chiamare lui, Muhammed Ali, leggendarie sono le sfide contro Joe Frazier e George Fooreman, ma ancor di più la frase "Vola come una farfalla, pungi come un ape". Purtroppo il 2016 si è chiuso con una tragedia, forse la più brutta del nostro millennio con la morte della squadra dello Chapecoense nel volo verso la Colombia per giocarsi per la prima volta la storica finale Coppa Sudamericana contro l'Atletico Nacional, trofeo alla fine assegnato ad honorem ai brasiliani su iniziativa proprio della squadra colombiana che non voleva giocare la finale. L'auspicio è che il 2017 sia completamente differente di un 2016 per un verso bello, ma dall'altro doloroso e triste.

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