"Istanti di gioia che disturbano i Santi". Firmato da Dries Mertens

Controllo del pallone. Tentativo di sfondare verso l'interno, ma la porta è stata chiusa da Rossettini. Pallone portato leggermente all'esterno, piccolo cambio della direzione della corsa, spazio e pallonetto. Il tempo si ferma, i respiri delle 29 mila anime vengono trattenuti e per un istante neanche il gelido freddo che ha investito Napoli sembra così pungente da quando è andato via il sole. Il pallone si alza a campanile e viaggia sopra l'area di rigore, fino a passare sopra la testa di Hart e finire in fondo alla rete. Fino a quando il pallone non cade dentro alla porta, nessuno riesce a capire dove finirà e cosa accadrà, ma solo una persona intuisce subito che quel sfera è un capolavoro di firma fiamminga e probabilmente i paragoni successivi disturberanno santi, appassionati e difensori dell'unico uomo passato a Napoli capace di battere le leggi della fisica. Quella persona che già vede il capolavoro poco prima degli altri si chiama Riccardo Trevisani e anche lui fa fatica a crederci urlando: "Non è vero, mamma mia". Quella esclamazione è diventata la connessione diretta di un altro capolavoro compiuto qualche mese fa, sempre al San Paolo e da parte di un argentino che faceva inchinare Napoli ai suoi piedi, ma adesso è diventato sintomo di dolore e la città ha dimenticato dopo tante difficoltà perché Napoli è tutto tranne questo. Il gol di Mertens fa esplodere lo stadio, l'arte in movimento del belga non è mai stata così sopraffina come nella partita contro il Torino e qualcuno ha azzardato anche ad accostare questo capolavoro ad altri fatti da Maradona. "Dimmi chi li faceva così" chiedeva un ansioso Lele Adani, telecronista di Sky Sport. "Un certo Maradona" rispondeva l'appagato collega Trevisani. Forse per una volta disturbare i santi non è stato così fastidioso o esagerato, probabilmente quel gol può essere avvicinato ad uno dei tanti capolavori di Diego, perché a Napoli basta solo il nome per capire di chi si sta parlando, ma mischiare il sacro e profano è arte non solo di Napoli e ultimamente lo stanno studiando anche al di fuori della Campania. Maradona non si può toccare facilmente, ma forse l'aria del San Paolo ha qualcosa di magico da qualche tempo e per un volta Mertens ha capito cosa significa avvicinarsi o essere accostato ad un giocatore che nel calcio è stato tutto, nel bene e nel male.

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