L'Olanda, dopo essere stata un'illustre assente degli scorsi Europei giocati nel 2016, non parteciperà neanche ai Mondiali 2018 in Russia, mancando di fatto la qualificazione al secondo grande torneo consecutivo per quel che riguarda le Nazionali.
La crisi degli Oranje è stata veloce e inesorabile, motivata da un'inverosimile recessione nel ricambio generazionale dei calciatori fiamminghi. Soltanto sette anni fa infatti, durante i Mondiali di calcio del 2010, questa nazionale era stata capace di dare spettacolo, arrivando fino alla finale del torneo poi persa per un soffio contro i fenomeni della Spagna. Quell'Olanda poteva contare su giocatori del calibro di Robben (fresco di ritiro), Sneijder, Van Persie, Kuyt, Heitinga e Van Bommel, non esattamente gli ultimi arrivati, e soprattutto nel pieno della loro maturazione calcistica e condizione fisica.
Facendo dunque un confronto con la rosa disponibile in questi anni, il paragone sembrerebbe pressochè ridicolo: le uniche nuove leve di livello nell'odierna nazionale, ma che ancora devono affermarsi su certi livelli nell'Europa calcistica che conta, potrebbero essere i soli "romani" De Vrij e Strootman, o l'eterno sopravvalutato Depay; nulla a che vedere con l'abbondante qualità di un recente passato.
Un'altro importante fattore dell'involuzione degli Oranje è sicuramente legato al bassissimo livello del campionato nazionale. L'Eredivise, ora come ora, è precipitato all'11esimo posto del ranking UEFA, e i club di punta che ne fanno parte ne sono un'ennesima amara conferma (chiedere al Napoli capace di annichilire su un piano totale il Feyenoord campione d'Olanda nella scorsa gara di Champions League). Per non parlare della scarsa preparazione dei tecnici olandesi in giro per l'Europa, senza gioco e senza idee (ad esempio l'Inter di De Boer della passata stagione).
Cosa possiamo imparare dal tanto recente quanto sbalorditivo calo di valore della nazionale dei Paesi Bassi? Forse che un ricambio generazionale degno di nota non sia affatto una cosa scontata, ma al contrario deve essere frutto di un'importanza maniacale da destinare al settore giovanile nazionale (basti vedere la bravura dei nuovi campioni della selezione spagnola o tedesca, capaci di imporsi anche nei propri club di appartenenza). Nell'Olanda odierna, invece, la tendenza recente è diventata quella di bruciare, ancor prima che esplodano, i calciatori più giovani e di belle speranze.
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