Una stella polare guida il Napoli

Notte senza appello e senza appello è stata. Certo, quell’inizio da tarda serata non sembrava dei migliori, ma poi la “nuttata” è passata ed è comparsa la luce di Lorenzo Insigne. Snobbato da Ventura, indiscutibile per Sarri anche con lo Shakhtar, Lorenzo è sempre più stella polare per scudetto e ottavi di Champions. Dei tre, lì davanti, Lorenzo Insigne è quello che assicura maggiori garanzie, al momento. Le sue giocate, oltre al gol, sono servite per battere il Milan, nell’unica partita in cui il Napoli non ha prevalso nel possesso di palla, e lo Shakhtar. La delusione vissuta per l’eliminazione della Nazionale dal Mondiale russo non ha lasciato strascichi nell’attaccante-centrocampista più geniale che c’è. È così che Lorenzo ha ritrovato il suo ambiente, quel contesto che gli ha sempre dato fiducia, senza mai metterlo in discussione. E nemmeno i tormenti patiti sulla panchina dell’Italia sono bastati a cambiarne umore e ritmo. Siamo tutti figli del "peccato originale” commesso in Ucraina all'esordio, magari qualcuno (Reina) lo è di più, ma la speranza il Napoli non se la toglie da dosso e guarda, nonostante non dipenda più dalla Sarri band, alla possibile  qualificazione, che arriverà soltanto con un'altra vittoria all'ultima giornata in Olanda e la contemporanea sconfitta dello Shakhtar in casa contro il City. Intanto il Napoli si è guadagnato altri quindici giorni di speranza.  E se la speranza dovesse tramutarsi in delusione, beh, allora nascerà un paradosso: si aprirà il caso della migliore squadra italiana, attuale favorita per lo scudetto elogiata per il suo gioco da tutta Europa, ridotta a un ruolo da comprimaria fuori confine. Sarebbe, è chiaro, un altro brutto segno per un movimento che ha già i suoi problemi. Sentirsi in Champions senza il Napoli, sarebbe come limitare la gioia che il sarrismo porta. Perché il flipper del Napoli non va mai in tilt; il pallone, pur con qualche pausa, scorre veloce lungo le linee disegnate da Sarri, nonostante lo Shakhtar, che ha provato a opporsi con coraggio, nei quarantacinque minuti d’avvio, prendendosi qualche rischio di troppo. Quella di Fonseca, coach portoghese degli ucraini, non è stata una pensata da raffinato stratega, provando a tocchettare e a rispondere con lo stesso linguaggio dei napoletani, ma l’abilità e la rapidità dei giocolieri di Sarri non lascia scampo agli arancioneri (?). Passaggio in avanti, passaggio all’indietro, ancora in avanti, e la trama diventa una specie di opera d’arte. E tenere alta la linea difensiva non serve a molto, tant'è che due dei gol arrivano con l'infilata. La classica percussione sarrista che fa del Napoli una squadra d’attacco e d’avventutra.

 

 

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