Lorenzo Insigne ha parlato alla Gazzetta dello Sport del momento del Napoli e del suo vissuto con la maglia azzurra. Queste le sue parole: "L'anno buono per lo scudetto? Penso proprio di sì, ne siamo consapevoli. Gli altri anni andavamo in campo pensando che quella partita l’avremmo pure potuta pareggiare o perdere. Champions League? Ho sentito dire che avremmo scelto di uscire dalla Champions per pensare al campionato, ma non è così. Speravo di andare avanti in Champions, abbiamo compromesso tutto nella prima partita con lo Shakhtar, perché l’abbiamo sottovalutato, lo ammetto. Ora abbiamo un’altra competizione, proveremo a vincerla: è un trofeo importante. Il mio rapporto con Mazzarri, Benitez e Sarri? Con Mazzarri ero piccolo, era il primo anno di A e ho giocato poco. Mi disse che dovevo giocarmi una chance in ritiro con Vargas. Mi sono sempre guadagnato tutto con le mie forze, gli dissi di scegliere liberamente e che avrei lavorato duro. Ho conquistato la sua fiducia, anche se ho giocato poco e in un ruolo che non ho mai fatto, giocavo seconda punta. Con Benitez ho fatto l’esterno, anche se con un altro modulo, ho accettato perché era giusto seguire un allenatore con la sua esperienza. Facevo tutta la fascia e questo mi ha aiutato a interpretare pure la fase difensiva. Sarri mi chiese di fare il trequartista, all’inizio i risultati furono negativi e si passò al 4-3-3, il modulo che preferisco, che facevo con Zeman. I movimenti sono diversi, mi vengono naturali. Nazionale? Spero che ci siano momenti migliori anche per me e che scelgano bene il c.t. in modo che l’Italia si rialzi più forte di prima. Potrei giocare il Mondiale 2022 a 31 anni, può essere l’età giusta per vincerlo. Ma ora ripartiamo da zero, con un uomo che possa far bene alla Nazionale, con l’Europeo in mezzo, cercando di vincerlo. A Napoli per sempre? Per ora sto bene qui e spero di rimanerci più a lungo possibile. Il presidente, poi, sappiamo com’è, magari domani si sveglia e vuole vendermi (ride). A parte tutto, io vivo il momento. Poi, la vita del calciatore si sa com’è, è corta. In genere si decide sempre in due, comunque. Higuain? Gli ho detto qualche parolina in dialetto, mi ha capito. Mi è dispiaciuto: è stato 3 anni qua, al di là della scelta che poi ha fatto e non aggiungo altro. Ha fatto gol a Torino e non ha esultato, così come a Napoli. Invece, quest’anno l’ha fatto. Avrebbe dovuto avere un minimo di rispetto per noi ex compagni, dice di essere nostro amico, invia messaggini ad alcuni di noi alla vigilia e poi ci esulta in faccia? E’ stata una mancanza di rispetto".
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