Giusè Campana: "Il giocatore del Sud vince due volte. Hamsik? simbolo di eterna fedeltà"

Calcio e musica è sempre stato un mix che ha attirato l'attenzione di moltissime persone, due fenomeni capaci di coinvolgere grandi masse e unirle per un qualcosa di puro e unico, tutti con l'intento di divertirsi e di trasmettere sempre qualcosa alla mente di chi ascolta o di chi basta un semplice pallone tra i piedi per essere felice. Da qualche mese, a coniugare questi due fenomeni, c'è il rapper napoletano Giusè Campana che ha incominciato il suo percorso musicale da solista e il suo primo pezzo chiamato "Hamsik", dedicato al capitano del Napoli e con una leggera frecciatina a chi ha lasciato la squadra, ha già ottenuto quasi 25.000 visualizzazioni su Youtube ed è destinato a far parlare ancora, soprattutto dopo aver pubblicato il nuovo pezzo chiamato "Campioni del Sud", in collaborazione con la scuola calcio Internapoli e la Onlus Fabbrica Etica con sempre al centro il tema del calcio, questa volta come metafora anche di vita di chi vive nel meridione, considerato dal rapper un doppio vincitore, ma ce lo siamo fatti spiegare proprio da lui in un'intervista.

 

Come hai iniziato?

"Sono sempre stato appassionato fin da piccolo, sia del pallone e sia del Rap. All'inizio ho provato a giocare a calcio o qualsiasi altro sport senza successo, ma mi rendevo conto che in realtà era la musica la mia vera strada maestra da seguire,  iniziando con gli amici con la radio a 18 anni e successivamente mi sono approcciato con il mio genere musicale. L'ispirazione è arrivata soprattutto da Eminem, del quale mi attirava il suo esprimere la rabbia e mettersi in competizione con il rap e così ho fatto pure io, sfidavo e altrettanto lo facevo con me stesso nella musica piuttosto che nello sport. Poi sono passato allo studio del rap napoletano, con i Co' Sang e tanti altri, per poi iniziare il mio percorso nel 2010".

Hai incominciato a farti conoscere con la canzone "Hamsik". Ce la racconti?

"Questa canzone vale molto per me perché ha moltissimi significati del mio percorso. Innanzitutto, con questo pezzo inizio il mio cammino da solista dopo aver lavorato con un gruppo ed è stato una nuova sfida con tanta tensione addosso. Ho scelto Hamsik non  unicamente per un motivo calcistico, non è solo un calciatore dal mio punto di vista, ma anche un ragazzo che è rimasto per fare qualcosa di costruttivo per la città di Napoli o anche un imprenditore nel nostro paese pur sapendo dei problemi gravi che ci affliggono. Io non mi sono fermato sul lato sportivo, ma per me questa è anche una metafora del vero significato della parola fedeltà, ovvero rimanere in maniera incondizionata nel luogo in cui si sta bene, come Hamsik che è qui dal primo anno di Serie A in azzurro e adesso è il capitano del Napoli di oggi, ovvero di una grande squadra dopo anni di lavoro per miglirorarsi e anche di momenti poco idilliaci. Per me si parla di un esempio, un campione di calcio e di valori oggi un po' messi da parte, per questo Napoli lo ama".

Quale è stato il successo il successo di questo pezzo?

"È arrivato a molti media locali e nazionali come Mediaset, se ne è parlato tantissimo, senza dover affidarmi a uffici stampa. Il pezzo è arrivato anche ad Hamsik grazie a Pino Bozza, proprietario del ristorante Antonio la Trippa, e Ciro Prato che è un manager nel settore dell'abbigliamento. Tenendoci molto a me tutti e due, sono riusciti a far avere il video della canzone ad Hamsik che ha apprezzato moltissimo il mio lavoro, mandandomi un video messaggio di ringraziamenti e regalandomi la sua maglia che custodisco gelosamente come una reliquia in camera mia. Ci saranno anche altre novità riguardante questo pezzo, ma non rivelo ancora niente per scaramanzia"

Musica e sport, quale rapporto si può creare tra i due fenomeni?

"Non è nuova come combinazione, anzi direi molto utilizzata negli anni, ma a me piacerebbe improntare il mondo che gira sulla mia musica con il calcio come un artista legato a questo mondo, utilizzandola come metafora della vita e dei suoi vari momenti, anche se non sarà sempre così e la tematica cambierà. Il pallone ha sempre fatto parte della mia famiglia con papà Rosario (allenatore del Gragnano in Serie D, ndr) e io sono un appassionato di questo sport e anche se cambierò l'argomento delle mie canzoni, nel mio repertorio ci sarà sempre il calcio, per i suoi valori puri, la competizione e l'impegno che portano per raggiungere gli obbiettivi. La combinazione tra musica e calcio possono solo dare messaggi positivi, è sempre un bene trasmettere qualcosa di importante soprattutto ai giovani"

Da poco è uscito "Campioni del Sud", il tuo nuovo pezzo sul calcio. Ci puoi raccontare come è nato?

"L'idea è nata insieme Germano del Re, addetto stampa dell'Internapoli, Vinicio Natalizi, il direttore marketing e me. Un pomeriggio ci siamo incontrati, partendo dall'idea di un inno alla Scuola Calcio Internapoli per arrivare a pensare ad una canzone che trasmettesse i valori di questo sport e ci siamo impegnati per sottolineare quelli sani e giusti all'interno del pezzo, come chiede la società dei Camaldoli. I protagonisti del video sono proprio i ragazzi e i bambini che coltivano il sogno di poter giocare a calcio come i giocatori di Serie A, per questo posso solo ringraziare il presidente Lello D'Auria per la disponibilità, ma anche la Onlus Fabbrica Etica per aver contribuito a far nascere il video. I bambini del Sud iniziano per strada, si iscrivono successivamente in una scuola calcio per poi provare a realizzare il proprio sogno, ma il campione del Sud vince due volte se ci riesce: vedendo il proprio il desiderio trasformarsi in realtà, ma solo dopo aver scalato una montagna, non una strada in salita ed è questa la seconda vittoria, perché le opportunità qui come per il resto del Meridione non sono le stesse di altrove, si lotta molto di più. Io dico nel pezzo "Mettila dentro", cioè raggiungi i tuoi obbiettivi come metafora di vita, per il giocatore fare goal significa aver fatto il suo lavoro, ma allo stesso vale per qualsiasi altra normale persona come laurearsi, migliorarsi nel lavoro, nella vita e costruirsi una famiglia. Per me il calcio è la perfetta metafora della vita: corri, sudi, ma alla fine la fatica e il lavoro di porta al gol".

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