Chi o cosa ha fatto cambiare modulo a Sarri

Come gli intelligenti, e lui lo è, Maurizio Sarri ha cambiato idea. Ha cambiato modulo. Dopo un biennio di intransigenza e testardaggine di natura spagnola con Benitez, in tanti hanno temuto il peggio quando i risultati non arrivavano e veniva confermato il 4-3-1-2. Duttilità, una delle qualità che non conoscevamo dell'ex allenatore dell'Empoli. Di certo il buon vecchio Maurizio non ha cambiato perchè il popolo gridava al 4-3-3. In primis c'è il fattore giocatori. O meglio ali. Callejon e Mertens la seconda punta o il trequartista non l'hanno fatta nemmeno giù al parco da piccoli. Quella è una zona troppo ingolfata di campo, questi purosangue hanno bisogno di praterie per galoppare, e quelle le trovi solo sui lati. Insigne trequartista? Per tecnica e velocità d'esecuzione sì, ma comunque per ogni giocatore c'è sempre un ruolo naturale ed un ruolo in cui ci si adatta. Nonostante il suo impiego da trequartista, Lorenzo tendeva a spostarsi sulla sinistra, proprio lì dove gli è naturale portarsi il pallone. Magari (sicuramente) meno medaglie rispetto al predecessore, ma l'abilità dimostrata da Sarri nel comprendere materiale umano e campionato nessuno gliela toglie. In serie A contro certe squadre centralmente non ci passi neanche se chiedi permesso. Allargare il gioco è un obbligo, e Sarri l'ha capito. Adesso il paradosso sarebbe fissarsi con gli esterni larghi piuttosto che utilizzare il trequartista. La duttilità è un pregio di un giocatore (vedi Insigne) e di una squadra. Le fasi di una partita e di un campionato sono molteplici e avere un'alternativa tattica tutto può essere fuorché uno svantaggio. 

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