Niente processi, ma analisi critiche

Come vogliamo interpretare questo opaco pareggio? Il Napoli s’è preso una pausa; la testa di molti é all’Europa League, é stata  solo una serata storta e via via scorrendo tra le varie giustificazioni intrise di letteratura spiccia. La sola certezza è quel più 18 della Juve, un distacco irreale per un calcio che appena un anno fa aveva visto il Napoli, forse unico vero protagonista del campionato. Distacco che non fa altro che aumentare il tasso di veleno nel sangue per come sta maturando, considerando che la Juve ha solo 4 punti in più rispetto all’anno scorso.  Il paradosso é che sono gli eccessi che ridimensionano la forza di questo Napoli: ovvero il sovraccarico di insipienza che spesso accompagna la prova di qualche singolo, ma pure un turn over eccessivo (contro il Sassuolo, ben otto innesti) che somiglia più a una giostra che a un razionale avvicendamento. Non si può aprioristicamente difendere giocatori e allenatore sostenendo che il Salisburgo ha strappato energie al Napoli.  Non può reggere davanti a numeri impietosi, gli stessi che oggi devono dare la sveglia all’intero pianeta Napoli.  Meno 14 punti,   meno gol fatti e più subiti, cifre che non sono capi d’accusa, ma  spunti per un bel po’ di riflessioni. Tuttavia, 

sentenziare oggi sul Napoli non avrebbe senso. Il campionato potrebbe essere considerato una tappa di trasferimento in attesa dell'EuropaLeague. Purché i valori acquisiti (bel gioco, secondo posto, distacco accettabile) non vengano dispersi. Proprio per questo in Europa è lecito attendersi che Ancelotti abbia l’intuizione giusta. E che provi davvero ad arrivare in fondo.

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